Mondo

Se l’Italia tornasse a tremare?

di Marco De Ponte

Con un bilancio di 29 morti e circa 390 feriti, 58 Comuni e 900.000 abitanti coinvolti e danni per 11,5 miliardi di Euro, il terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna nel maggio del 2012 si è tristemente guadagnato, in termini di danni economici, il terzo posto nella classifica delle calamità naturali dell’anno 2012 e il nono in quella dei peggiori terremoti tra il 1900 e il 2014. 

ActionAid ha speso energie e competenze sul territorio emiliano: subito dopo il sisma abbiamo fortemente creduto, insieme ad altri partner, e aderito a OpenRicostruzione; ci è parso un priogetto capace di innescare quell’innovazione di cui il nostro Paese aveva e ha ancora bisogno e corenete con la nostra strategia “Italia, Sveglia!”. OpenRicostruzione, dalla sua nascita, si è posto come obiettivo una ricostruzione trasparente dei Comuni colpiti dal sisma; e insieme alle istituzioni, ha visto come punto essenziale, il coinvolgimento dei cittadini. Abbiamo puntato, come facciamo altrove sul territorio, alla partecipazione come fattore di efficienza, trasparenza e verifica. Oltre che come elemento per individuare soluzioni e strategie. Per tirare un bilancio di questa esperienza e ricostruire i momenti chiave di questi due anni ma anche per ribadire che la risposta alle emergenze deve essere improntata da più alti standard di trasparenza e partecipazione, abbiamo lanciato il rapporto “Se l’Italia tornasse a tremare? Lezioni dal terremoto in Emilia Romagna”. Ancora di partecipazione e trasparenza, parleremo domani al Festival dell’Economia con Marcello Masi, Direttore del Tg2 e Fiorella De Cindio, che insegna presso il Dipartimento Informatica dell’Università degli Studi di Milano. Si parlerà di “ricette” e soluzioni per far nascere in Italia un nuovo patto tra cittadini e classe dirigente. Ripartiremo dalla trasparenza, non come concessione da parte delle istituzioni ma come ingrediente necessario per la fiducia tra cittadini e politica; riparleremo anche di OpenRicostruzione ma daremo spazio anche ad altri territori, ad altre storie e questioni come quello di una città (Reggio Calabria) dove non esistono più asili pubblici. 

Faremo delle riflessioni su Opendata e OpenGovernment, partendo dall’ennesimo report che boccia il nostro Paese, questa volta in merito al piano di azione relativo a Open Government; l’Italia è stata infatti tra i primi Paesi ad aderire eppure in base a quanto si legge nel report dell’Independent Reporting Mechanism di Open Government Partneshp (OGP), pubblicato a febbraio, il nostro “è un governo chiuso alla partecipazione e alla società civile”. Che anzi continua a credere che società civile e cittadinanza siano solo una controparte e non dei veri partner che possono dare un contributo all’individuazione di problemi e soluzioni.

 

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