Mondo

Se l’azzardo si compra la Spagna

6.000 milioni di euro spalmati su tre anni, la creazione di 72.000 posti di lavoro, più altri 15.000 impiegati nella costruzione di una cittadella del gioco alle porte di Madrid. Così il tycoon dell'azzardo mondiale metterà le mani sulla Spagna. Con costi sociali altissimi. Il 26 intanto prima mobilitazione degli "Eurovegas No"

di Emanuela Borzacchiello

da Madrid-

Vi siete mai chiesti chi c’è dietro Las Vegas? Chi abbia costruito la maggior parte di quelle sale da gioco e un sogno di ricchezza che si avvera grazie al bacio di una slot? Si chiama Sheldon Adelson, noto come “il magnate dei casinò”. Si dice che il suo conto in banca sia fra i 16 più alti del mondo, mentre non si direbbe mai che con i suoi 80 anni e la sua fatica nel camminare sia, invece, un uomo che continua a viaggiare e costruire casinò. L’ultimo nato è il più grande del mondo, a Macao – Cina. Nel 2002 Pechino decide di liberalizzare il gioco d’azzardo e, manco a dirlo, Sheldon era già lì con ruspe e picchetti.

Corre e vola Sheldon. Se la posta in gioco è alta, lui scommette e progetta una nuova Las Vegas nell’unico territorio ancora inesplorato dal gioco d’azzardo su grande scala: la nostra vecchia Europa. La città sarà grandissima e si chiamerà Eurovegas. Nome pronunciato dall’impresa di Sheldon, la Las Vegas Sands, sempre con uno slancio emotivo tale da farla apparire come la città del futuro, costruita nel bel mezzo di un mondo antico che sembra stia contrallando a pezzi sotto il peso della crisi economica.

Corre e arriva Sheldon. Se la crisi economica europea lo necessita la soluzione può anche essere quella di puntare sulla costruzione di una città del gioco e dell’ozio, lanciando un’offerta al prescelto Stato spagnolo di ben 6.000 milioni di euro spalmati su tre anni, la creazione di 72.000 posti di lavoro, più altri 15.000 impiegati nella costruzione del megaprogetto. Un bottino tanto ricco non poteva non essere conteso che da più pretendenti, ed è così che quando nel 2009 Sheldon lancia l’idea del progetto, iniziano le danze tra Barcellona e Madrid. La prima è il principale motore economico della Comunità autonoma catalana che ha dichiarato bancarotta nel 2012, la seconda è sull’orlo del baratro finanziario. A vincere è Madrid. Ed ha vinto concedendo al magnate del Nevada tutto quello che il “nuovo mondo” le ha chiesto in cambio.
 
In cambio di 6.000 milioni di euro le concessioni hanno un costo molto alto. La Las Vegas Sand lancia sul tavolo le sue proposte:

1.Lavoro

  • Riduzione dei costi della previdenza sociale: esenzione totale per due anni dal pagamento delle imposte destinate nella busta paga dei lavoratori a questa voce (malattia, copertura cassa integrazione, ferie). Dopo i primi due anni lo Stato Spagnolo deve prevedere una riduzione dei costi del 50% per i tre anni successivi.
  • Cambio de la Ley de Extranjería y el Estatuto de los Trabajadores (Legge che regola il lavoro delle persone straniere). Le modifiche dovrebbero prevedere un regime speciale che accelleri il processo di concessione di lavoro e residenza. Invece di tutta la documentazione necessaria secondo le norme vigenti, dovrebbe essere sufficiente solo “una carta che dichiari l’idoneità del lavoratore al posto di lavoro”.

2.Incentivi all’Impresa  

  • Innalzamento del tetto degli aiuti economici EU previsti per finanziare le imprese a 25 milioni di euro.
  • Ampliare la voce dei “lavoratori sfavoriti” includendo minori di 30 anni, disoccupati di lungo periodo, personale senza educazione primaria, persone al di sopra dei 50 anni.

3.Cornice regolatoria

  • Permesso di accesso ai casinò ai minorenni.
  • Cambio della legge di prevenzione del reciclaggio del denaro sporco, limitando l’obbligo di chiedere il documento di identificazione solo all’entrata e quando si richieda di comprare o cambiare cifre superiori ai 2 mila euro.
  • Concessione ai casinò di prestare denaro ai giocatori e abolizione permesso di fumare negli spazi chiusi all’interno del complesso.
  • Lifting linguistico: da casinò a Centri integrati di sviluppo

Scenario surrealista? Niente affatto. Madrid e il governo di Mariano Rajoi, targato Partido Popular, lavorano e valutano, sapendo che il futuro deve muoversi in fretta ma con discrezione. Così se da un lato frena dichiarando che il territorio prescelto alla periferia di Madrid per la costruzione dei mega casinò sarà reso noto solo nel novembre 2013, dall’altro accellera varando -28 dicembre 2012- la Ley de Medidas Fiscales y Administrativas, definita dai banchi dell’opposizione la legge a misura di Sheldon. Nella legge il megacomplesso di casinò viene definito “Centros Integrados de Desarrollo”, Centri integrati di sviluppo. Un ironico lifting linguistico per iniziare a cambiare la percezione pubblica del gioco d’azzardo. La legge prevede modifiche tributarie a favore dei casinò che operano nella comunità autonoma di Madrid, sgravi fiscali per ogni lavoratore contrattato, per l’acquisto di materiale e uno sconto del 95% sull’Imposta patrimoniale. Viene ridotta fra il 10 e il 20% l’imposta sul gioco d’azzardo. Inoltre “le imprese titolari del casinò potranno concedere prestiti, crediti o qualsiasi altra modalità equivalente ai giocatori”.

Si narra che quando l’imprenditore del Nevada sbarcò per la prima volta a Barcellona, guardando uno dei grattacieli più alti della città, esclamò: “questi sono bassi, non sono grattacieli”. Oggi, la Ley de Medidas Fiscales y Administrativas abolisce “le limitazioni stabilite dalla ligislazione del suolo della Comunità di Madrid relative al regime di altezza degli edifici dei Centri integrati di sviluppo (CID)”.

The big jackpot o una scommessa sbagliata per la Spagna? Eurovegas: il suo nome detto in questa notte di crisi mette già paura, ma la cittadinanza reagisce con forza e si organizza in una piattaforma “Eurovegas NO”.
La manifestazione più grande è stata indetta per il 26 gennaio” ci conferma Laura, una delle organizzatrici della Piattaforma, “la legge di fine 2012 è immorale. I cosiddetti Cid saranno una zona franca in cui i diritti dei lavoratori saranno inesistenti e la concessione di prestiti ai giocatori è una misura ai limiti dello strozzinaggio legalizzato”. e per i minorenni? “laddove il Partido popular non è arrivato, non lo ha fatto perchè è stato preceduto da un escamotage sapientemente architettato dall’impresa: i minorenni potranno giocare ma in caso di vincita non potranno ritirare il premio in denaro”.

Almudena Grandes, scrittrice sagace e una delle penne più lucide del giornalismo spagnolo scrive: “Che il nostro governo democratico concentri tutte le sue illusioni nello sviluppo di un immenso casinò, rappresenta un’umiliazione collettiva difficile da sopportare (…) Se Sheldon ha molto denaro da investire in Spagna, l’eccezionalità di quello che ha richiesto allo Stato priverà quattro milioni di spagnoli di diritti elementari come iscriversi a un sindacato o negoziare in una contrattazione collettiva di lavoro. E il prossimo imprenditore straniero che arriverà cosa ci chiederà? Fate il vostro gioco, signori, e scegliete il prossimo numero della nostra Costituzione che ci giocheremo”.
 


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