Sostenibilità
Se l’Amazzonia diventa un tema della campagna elettorale
I due candidati alla presidenza del Paese carioca si sfidano su clima e deforestazione
di Redazione
I due candidati alla presidenza del Brasile si sono sfidati sul terreno dell’ambiente nel penultimo faccia a faccia in tv prima del ballottaggio del 31 ottobre. Con l’obiettivo di conquistare i quasi 20 milioni di voti andati al primo turno alla candidata dei Verdi Marina Silva, Dilma Rousseff e José Serra hanno mostrato ai telespettatori il loro volto di paladini dell’ambiente.
Nella trasmissione dell’emittente ‘Record’ Dilma, delfina del presidente uscente Luis Inacio Lula da Silva e candidata del Pt, ha sottolineato gli obiettivi volontari presentati dal Brasile nell’ultima conferenza dell’Onu sui cambiamenti climatici di Copenaghen.
“Abbiamo annunciato un taglio il 36 e il 39% di emissioni tramite la riduzione dell’80% della deforestazione”, ha sostenuto la Rousseff, mentre il candidato dell’opposizione Serra ha affermato che il suo obiettivo è arrivare alla “deforestazione zero” dell’Amazzonia.
I due hanno affrontato anche il tema dello sfruttamento petrolifero. L’ex governatore di San Paolo ha smentito di voler privatizzare la Petrobras, sostenendo che si tratta di accuse della propaganda avversaria.
Serra ha dato della bugiarda alla Rousseff, sostendendo che è stata lei “quella che ha privatizzato di più”. Serra non ha mancato inoltre di ricordare che Dilma “ha avuto come braccio destro al ministero delle Miniere e Energia e al Gabinetto Civile una donna che ha costruito una rete di corruzione”, con riferimento al recente scandalo sulle tangenti che ha coinvolto Erenice Guerra.
Stando agli ultimi sondaggi sulle intenzioni di voto, Dilma Rousseff è al 49-56% mentre Serra è al 30-44%.
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