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Se la sicurezza alimentare parte dalla scuola

Secondo Coopi, l’Ong impegnata in un progetto di sostegno all’agricoltura ed educazione alimentare nell’Estremo Nord del Camerun, la lotta alla malnutrizione deve partire dalla scuola e dalla scolarizzazione femminile. Ecco perché

di Ottavia Spaggiari

La scuola è il luogo chiave per la costruzione della sicurezza alimentare. È questa la convinzione di Andre Morin Serge Ngang, coordinatore locale del progetto di sicurezza alimentare di Coopi, l’Ong italiana attiva nell’Estremo Nord del Camerun, una zona complicatissima in cui alle difficoltà di accesso al cibo della popolazione locale, si somma anche l’emergenza umanitaria dei profughi di Boko Haram, il gruppo terrorista di ispirazione qadeista che ha attaccato ripetutamente i villaggi nell’estremo nord del Paese, costringendo decine di migliaia di persone alla fuga. Qui gli sfollati interni sono oltre 200mila, i returnees (gli sfollati di ritorno) circa 30mila e i rifugiati superano i 100mila.

Nella zona, Coopi ha sviluppato un progetto di sicurezza alimentare, costruito su tre aspetti chiave: l’agricoltura, la nutrizione e i servizi igienico-sanitari. Un’iniziativa che impegna 20 operatori, compresi una nutrizionista, un agronomo, un’infermiera, un idraulico e 15 facilitatori comunitari. «Nell’ambito del progetto offriamo consulenza e sostegno per la produzione agricola», spiega Andre Morin Serge Ngang, «portiamo inoltre avanti un programma di sensibilizzazione curato da un nutrizionista e da un facilitatore sull’importanza della diversità alimentare, con dimostrazioni concrete relative anche alla preparazione del cibo. Ci occupiamo poi della distribuzione di alimenti di base e dell’educazione igienico-sanitaria». A beneficiare del progetto più di 3800 famiglie, tra cui 3mila con bambini affetti da carenze nutrizionali e 800 donne in fase di allattamento o gravidanza, in difficoltà.


Se ne parla ancora troppo poco, ma la mancanza di conoscenza è una causa profonda della malnutrizione nell’Estremo Nord del Camerun

Andre Morin Serge Ngang, coordinatore locale del progetto di sicurezza alimentare di Coopi

Secondo Ngang, è proprio sui più piccoli e sulle loro madri che bisogna lavorare maggiormente per portare avanti la lotta alla malnutrizione. «La campagna di sensibilizzazione è stata un’occasione fondamentale per approfondire l’importanza dell’educazione culinaria e della diversità alimentare, ma anche la scuola può essere un alleato fondamentale. Qui abbiamo fatto lezioni di economia familiare e sociale e promosso l’educazione culinaria». Un’attività che, secondo Ngang, ha permesso di andare oltre la teoria, aiutando le persone nel concreto a capire come diversificare la propria alimentazione. «Abbiamo mostrato che è possibile preparare pasti altamente nutrienti, come il porridge arricchito, sia con i prodotti locali distribuiti da Coopi che con altri ingredienti, facilmente accessibili ai beneficiari».

E dall’inizio del progetto, Coopi ha già iniziato a constatare dei cambiamenti nelle abitudini alimentari, che oggi includono anche proteine vegetali fresche, come fagioli, arachidi, sesamo e proteine animali. «Attraverso la registrazione dei consumi alimentari abbiamo notato un miglioramento dell’alimentazione nel 35% delle famiglie coinvolte», continua Ngang «è un dato incoraggiante, anche se è limitato ai singoli beneficiari del progetto, perché i mezzi a disposizione non erano sufficienti per garantire un netto miglioramento delle condizioni per l’intera famiglia». Per ottenere un impatto più duraturo e su larga scala, Ngong ribadisce la necessità di coinvolgere la scuola nei progetti di sicurezza alimentare e, in particolare, cercare il più possibile di favorire la scolarizzazione femminile. «Garantire un’istruzione alle ragazze è necessario per favorire un cambiamento di mentalità sulle questioni legate alla nutrizione e alla malnutrizione», spiega. «Ancora oggi questo è un contesto in cui, nella maggior parte dei casi, alle donne non viene riconosciuto nient’altro che il compito della procreazione e della mano d’opera domestica. Per le popolazioni delle zone di intervento è ancora comune la pratica del matrimonio precoce per le bambine e le ragazze. Un livello di istruzione così basso è insufficiente per garantire un trasferimento di conoscenze che possa promuovere uno stile di vita sano». Secondo Ngang questo è un aspetto chiave: «I corsi di educazione all’igiene e alla salute alimentare fatti durante l’istruzione primaria possono davvero facilitare l’adozione di buone pratiche nutrizionali. Se ne parla ancora troppo poco, ma la mancanza di conoscenza è una causa profonda della malnutrizione nell’Estremo Nord del Camerun. Per questo la lotta per la sicurezza alimentare dovrebbe partire proprio dalla scuola».

Foto: Abdoulaye Barry

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