Welfare

Se la povertà arriva a Las Vegas

La città del divertimento (e i suoi dintorni) sono tra le aree più depresse del paese. Tanto che le charities...

di Gabriella Meroni

Sembra incredibile, eppure tra le mille luci di Las Vegas si nasconde la povertà più buia. A far emergere lo stato di profondo disagio di tante famiglie che vivono all’ombra dei casinò e degli alberghi più luccicanti del mondo è un articolo del New York Times in cui si spiega che molte charities di Las Vegas e dei dintorni hanno avviato scrupolose verifiche sui beneficiari degli aiuti alimentari. In pratica, le associazioni impegnate in questi giorni di festa per gli Usa (siamo nel periodo del Thaksgiving) a distribuire tacchini, dolciumi e giocattoli hanno cominciato a chiedere alle famiglie beneficiarie di mostrare loro i documenti (carte d’identità, certificati di nascita e tessere dell’assistenza sociale e sanitaria) che dimostrino i loro diritti a ricevere gli aiuti.

Le organizzazioni che hanno ammesso di aver avviato i controlli – per la prima volta nella loro storia – sono The Salvation Army, HELP of Southern Nevada and Lutheran Social Services. «Abbiamo dovuto chiedere i documenti di riconoscimento per evitare truffe», hanno dichiarato alcuni rappresentanti delle associazioni. Spesso infatti gli aiuti vengono richiesti da persone disperate a causa della crisi, che in Nevada è particolarmente grave, ma che non hanno formalmente le carte in regola per potervi accedere. «Vogliamo regalare un Natale felice ai bambini, ma dobbiamo selezionare gli adulti», ha detto il maggiore Robert Lloyd, che dirige la locale sezione del Salvation Army. Il maggiore Lloyd ha spiegato al New York Times che i controlli servono a evitare di distribuire gli aiuti due volte alle stesse famiglie o a persone che vengono da fuori città, magari dopo aver già beneficiato di assistenza al loro domicilio. La disoccupazione nello stato del Nevada ha raggiunto a ottobre il valore record del 13,4%, il dato più alto di tutti gli Stati Uniti.

 

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