Non profit
Se la borse van sempre giù
Un articolo del Sole 24 ore: Le perdite registrate nelle ultime settimane dalle banche mettono a rischio le erogazioni. Ma non è così...
«Fondazioni, in sei mesi “bruciati” 13 miliardi». Il titolo è di quelli allarmanti: attenzione fra poco le fondazioni ex bancarie rimarranno all’asciutto. Questo in sintesi il senso di un articolo apparso oggi su Il Sole 24Ore e imperniato su di un ragionamento in apparenza inoppugnabile. Le perdite (consistenti) registrate nelle ultime settimane dalle banche, a causa delle oscillazioni borsistiche, potrebbero avere effetti negativi sulle fondazioni ex bancarie, spesso legate a filo doppio con gli istituti di credito. «In pratica, la crisi delle Borse e delle banche ha bruciato un terzo del patrimonio delle fondazioni», scrive sul quotidiano di Confindustria, Alessandro Graziani.
«Che ne sarà dell’attività erogativa»? Ovviamente è questa la domanda che il Terzo settore che molto spesso lavora assieme a queste fondazioni, si può porre di fronte a notizie di questo tipo. Sono moltissimi i progetti e le iniziative portate avanti con il sostegno delle fondazioni. E se questo sostegno venisse a mancare?
In realtà – fa sapere l’ufficio stampa dell’Acri, l’Associazione di fondazioni e delle casse di risparmio – è decisamente improbabile un simile evento. Vuoi per ragioni strutturali, vuoi perché esistono strumenti di prevenzione molto puntuali.
Quanto ai motivi di ordine strutturale, si fa notare che una minusvalenza si registra nel momento in cui si mette in vendita (e si guadagna meno) un patrimonio. Scelta che nessuna fondazione sta facendo. Inoltre che l’attività anche erogativa è connessa, più che al patrimonio, agli utili e dunque ai dividendi di fine anno (i quali possono essere uguali o addirittura crescere, al di là dell’andamento borsistico).
In caso di una riduzione temporanea dei proventi, sono a disposizione delle fondazioni specifici fondi di ammortamento pensati proprio per dare continuità all’attività erogativa. Strumenti che possono sostenere le fondazioni anche per periodi non brevissimi. Per mettere in difficoltà le fondazioni, insomma, sarebbe necessaria una prolungata crisi delle borse che nessuno ovviamente auspica e che non sembra all’orizzonte.
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