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Se la bandiera della pace sventola sul Carroccio
Succede nella sezione di Malnate. Vota il sondaggio
di Redazione

Di tutto un po’. Attenti a seguire gli umori del ventre nordico d’Italia, senza però venire a meno ai doveri dell’alleato fedele. E tutto questo, ça va sans dire, a puro beneficio del federalismo che verrà. La Lega delle ultime settimane è un pozzo di soprese. Di sentimenti alla ricerca di una posizione politica. La guerra fa paura, ma gli sfollati che dalla Libia potrebbero riversarsi sull’Italia ancora di più. Per fermarla quindi anche una bandiera della pace può servire. E perché no, riappropriandosi di un simbolo di tutti.
E così a Malnate, in provincia di Varese, va in scena una triplo salto mortale degno del più curioso fra i canovacci shakespeariani. Succede che la segretaria tunisina della sezione leghista di Malnate espone la bandiera della pace. Eccovi serviti. Insieme alla bella bandiera, una scritta di Benjamin Franklin: «Non ci sono mai state una buona guerra e una cattiva pace». Ma ai cronisti, incuriositi da cotanto sincretismo politico (e dalla notizia), Adjer Fezzani risponde: «Il significato di questa provocazione consiste nell’evidenziare l’utilizzo ipocrita del simbolo dell’Arcobaleno – spiega la coordinatrice tunisina – da parte del Partito Democratico che è stato apposto per la guerra in Iraq, tolto durante i bombardamenti voluti da D’Alema in Serbia, ri-esposto sulle facciate delle abitazioni durante la guerra in Afganistan e ripiegato nel cassetto per la guerra in Libia». E questo perché in fondo dirsi semplicemente contro la guerra e pacifisti non si può.
Insomma, colpa della sinistra. Di quei bombaroli del Pd, D’Alema e Bersani, come dice qualcuno. E sicuramente lo sarà. Basti sapere che è colpa loro. Che così si dica, e si pensi tutto ciò. A forza di pensarlo e di dirlo diverrà (è diventato) realtà.
La Lega però, per quelli rimasti affezionati alle vecchie catergorie di pensiero come la logica o il buon senso, intanto è al governo, mentre il Pd all’opposizione: Roberto Maroni al ministero degli Interni, il senatur Umberto Bossi alle Riforme per il Federalismo, l’amico (ma non iscritto) Giulio Tremonti all’Economia, per non parlare di vice e sottosegretari, presidenti di commissione ecc..ecc..
Ma La Lega no. Quella in cui noi tutti desideriamo credere è contraria alla guerra. Ma non perché è pacifista. Ma perché gli sfollati arrivano, perché il patto Italia-Libia venga rispettato comunque vadano le cose, e soprattutto, perché la sinistra è ipocrita. Brutta, sporca, sinistra. Tutta colpa sua.
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