Famiglia

Se la bambola è down

Arriva in Italia il bambolotto spagnolo con i tratti tipici di chi ha la trisomia 21

di Sara De Carli

«Basta sia chiaro che non è una bambola per bambine down». Commenta così Anna Contardi, presidente dell’Associazione italiana persone down, la notizia dello sbarco in Italia di Baby Down, la bambola con i tratti somatici di una bimba con trisomia 21. Occhi allungati, lingua un po’ all’infuori, dita dei piedi leggermente separate, Baby Down è nata in Spagna due anni fa, da una collaborazione tra la casa produttrice Super Juguete e la Fundacion Down Espana.

Il progetto di economia sociale
L’idea di importare in Italia la bambola, che in Spagna ha venduto più di 30mila pezzi in due anni, è venuta a due associazioni bolognesi, il Cesp-Centro emiliano problemi sociali per la trisomia 21 e l’Associazione Retinite Pigmentosa dell’Emilia Romagna, durante la ricerca di imprese dove inserire lavoratori disabili. È così che hanno incontrato – spiega Claudio Rizzoli – presidente di Cesp, un imprenditore silenziosamente sociale come Marco Hilde, della Cangillo Interni Limited Edition.

Le prime duemila bambole ora sono in vendita on line, al prezzo di 34,90 euro. L’importazione è della Cangillo Interni, che ha anticipato i soldi e fatturato le bambole, al prezzo di costo, alla cooperativa sociale bolognese Il Martin Pescatore, che dà lavoro a persone con disturbi psichici gravi. Saranno loro ad imballare le bambole e a spedirle a destinazione. Il ricavato delle vendite sosterrà le attività della stessa cooperativa ma anche quelle delle due associazioni da cui è nato il progetto, l’associazione Retinite Pigmentosa dell’Emilia Romagna (ecco perché, anche se Rizzoli precisa anche che «è giusto anche decategorizzare») e il Ceps. Dal punto di vista dell’impresa, dentro la cooperativa Il Martin Pescatore con gli introiti nascerà un laboratorio di sartoria per creare i vestitini per la bambola.

Le reazioni
«Più i bambini conoscono la trisomia 21, meglio è», riflette Anna Contardi, «per questo è una cosa buona che i bambini abbiano un bambolotto down accanto alla brabie e alla bambola nera: cominciano a familiarizzare con i loro futuri compagni di classe. L’importante è considerarla una cosa fra le tante, non pensare che l’integrazione sia risolta così. Per questo deve essere considerata una bambola per tutti, non per bambini down: non c’è alcuna ragione per cui per un bambino down sia meglio giocare con una bambola che ripete i suoi tratti somatici: deve giocare con tutte le bambole, come gli altri».

Nella versione italiana ad accompagnare la bambola c’è lo stesso piccolo opuscolo della Spagna, con indicazioni sulle attività più indicate per stimolare le capacità intellettive e sensoriali deibambini down. Ma diversamente da quel che è successo in Spagna, l’Aipd – che è la maggiore associazione italiana sulla sindrome di down – non è stata interpellata: più che indicazioni sulle attività da far fare alla bambola, in quel foglietto, per la Contardi «sarebbe utile spiegare ai piccoli chi è un bambino down».

www.ilmartinpescatore.org


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA