Non profit

Se l’unica attività è somministrare cibi e bevande si diventa “commerciali”

L'associazione svolge tale somministrazione in forma esclusiva per i soci.

di Salvatore Pettinato

Siamo un?associazione culturale, affiliata a un ente nazionale, i nostri scopi istituzionali sono: promozione della cultura, dello sport e ricreativi. Tuttavia svolgiamo esclusivamente attività di somministrazione di alimenti e bevande ai soci. Rischiamo di perdere la qualifica di ente non commerciale? Direi proprio di sì. Riguardo all?attività di somministrazione di alimenti e bevande, il ministero delle Finanze si è espresso più volte ritenendo che questa attività, anche se posta in essere da circoli culturali e ricreativi, deve essere considerata attività commerciale. Per di più, voi svolgete tale attività in forma esclusiva, con la conseguenza che non potete definirvi ente non commerciale. Si ricorda, tuttavia, che ai sensi del comma 4-bis dell?art. 111 del Tuir, per le associazioni di promozione sociale la somministrazione di alimenti e bevande non si considera commerciale a condizione che sia strettamente complementare alle attività svolte in diretta attuazione degli scopi istituzionali e sia resa nei confronti degli iscritti, associati o partecipanti dell?associazione.


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