Cultura

Se l’estate non è uguale per tutti

Tante buone leggi ma quasi sempre inattuate. Così la situazione per i disabili resta drammatica. E tanti diritti sono ancora negati. Non ci credete? Date un po’ un’occhiata al rapporto annuale del

di Marco Piazza

La legge 104 esce dal letargo. Prima con un finanziamento di 202 miliardi contenuto nell?ultima Finanziaria, il primo dopo il suo varo, nel 1992. Adesso con una serie di modifiche contenute nella legge 162 del 21 maggio scorso che offrono maggiore sostegno ai disabili che restano senza l?appoggio della famiglia e danno alle persone con handicap maggiori possibilità di essere indipendenti. Ancora poca cosa, se rapportata a tutto quello che servirebbe per rimuovere gli ostacoli che fanno delle persone disabili degli handicappati. Ma meglio di niente. Le solite note dolenti riguardano invece il suo stato di attuazione. Qualche giorno fa è stata depositata in Parlamento la «Relazione annuale sullo stato di attuazione delle politiche per l?handicap in Italia ?97», quasi 500 pagine che raccolgono le relazioni di ministeri ed enti locali, e la situazione che emerge è ancora drammatica. In queste pagine ve ne proponiamo un?ampia sintesi.
I diritti dei disabili in questo Paese sono oggetto di leggi e normative, spesso eccellenti, sin dal lontano 1971 con la legge 118, poi vennero il Dpr n. 4 del ?72, il n. 616 del ?77, poi la legge n. 845 del ?78, la legge quadro n. 104 del 1992, infine il Dpr n. 503 del 1996. Eppure, malgrado la produzione legislativa e i molti fondi stanziati troppo poco è cambiato. Il diritto allo studio per i disabili rimane ancora un diritto da conquistare, il diritto alla mobilità un sogno; il diritto al lavoro è naufragato con la legge sul collocamento obbligatorio. A proposito di vacanze, poi, si calcola che il 90% degli stabilimenti balneari siano inaccessibili. Italia Paese incivile? Leggete e… giudicate voi. ?

Vacanze
C?è il mare oltre l?ostacolo
Un numero ve lo indicherà
Tutti al mare, diceva il ritornello di una celebre canzonetta che quest?anno potrebbe tornare di moda. Perché anche se proprio tutti non ci potranno andare, nell?estate 1998 al mare (come in montagna, in campagna e nelle città d?arte) forse ci sarà qualche spazio in più anche per una particolare categoria di turisti, quelli che oltre ai comfort necessitano di qualche attenzione in più e di qualche scalino in meno.
In attesa di un?estate accessibile a tutti dobbiamo accontentarci di un numero verde, l?167-179179 (messo a disposizione gratuitamente da Telecom Italia) gestito da un consorzio di cooperative che fa dell?accessibilità uno dei suoi punti di forza. Si tratta del Co.In (Consorzio delle cooperative integrate), i cui operatori risponderanno a chiunque chiami quel numero verde tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 18. Il servizio è attivo da una settimana e funzionerà fino a settembre. L?iniziativa è stata presentata dal ministero per la Solidarietà sociale e dal Dipartimento del Turismo, alla presenza della ministra Livia Turco, del capo del Dipartimento del Turismo, Stefano Landi e da numerosi rappresentanti delle associazioni di disabili. Il progetto è semplice e parte da una considerazione di fondo che i portatori di handicap conoscono benissimo: in Italia i luoghi turistici e di vacanza sono per la maggior parte inaccessibili. I dati frammentari disponibili parlano del 90% degli stabilimenti balneari non accessibili e raccontano che Roma, la città del Giubileo, ha la gran parte dei suoi hotel con abbodanti barriere architettoniche. Una ricerca proprio del Co.In nel 1996 metteva in rilievo che su 218 hotel della capitale testati solo 6 erano completamente privi di barriere e 19 erano accessibili con aiuti. Due anni dopo, gli hotel in Roma a essere accessibili sono saliti a 18. Evviva! Il Consorzio cooperative integrate non si limita però a denunciare le difficoltà: da qualche anno produce guide turistiche italiane in cui sono indicati esclusivamente percorsi accessibili, si è collegato con altre associazioni e ha creato una grande banca dati in cui sono inserite 70 guide e 55 mila voci su alberghi, campeggi, stabilmenti balneari e percorsi turistici, trasporti, ristoranti e servizi di accompagnamento. Ma i consigli non finiscono qui. Il Co.In ha presentato infatti anche una guida, intitolata «Qualità nell?accoglienza turistica di clienti con bisogni speciali». Si tratta di una sorta di manuale di comportamento per albergatori e ristoratori nei confronti delle persone con handicap. ?

Cultura
Biblioteche e musei? Da 6° grado
Divieto di studio per chi non è sano. E non solo nelle scuole, (come dimostrano i dati riportati nella tabella, ma sull?agomento torneremo nelle prossime settimane), ma anche nelle biblioteche e nei musei di gran parte delle città italiane. Questo è quanto dichiara il ministero per i Beni culturali, nelle sei scarne paginette che dedica al rapporto sullo stato di attuazione della legge 104/92. E in tanta scarsità, desolatamente assente è la voce musei. Scomparsa, neppure una riga e nessuna informazione. Davvero strano, se si pensa che soltanto a Roma (Vaticano escluso) tra gallerie e musei ce ne sono 50 e, anche se il rapporto non lo dice, sappiamo per certo che soltanto 14 sono visitabili da chi ha problemi di mobilità. Sconsolante. Eppure il capitolo dedicato al dicastero del vice premier Veltroni sparge incenso sulle poche opere realizzate: alla voce «accessibilità e superamento barriere» c?è infatti un elenco dei complessi monumentali romani, di proprietà dello stesso ministero, presso i quali sono stati compiuti lavori di superamento delle barriere.
Si comincia con il San Michele, a due passi dal mercatino di Porta Portese, dove si legge che i piccoli dislivelli sono stati superati quasi ovunque con pedane e rampe che non superano, ove possibile, l?inclinazione dell?8 per cento (sarebbe il caso di segnalare quali sono le pedane con pendenze dolomitiche per evitare qualche spiacevole incidente). Nell?affascinante sede del Collegio romano (quella dove sta il ministro) sono stati messi un servo scala, un secondo ascensore e persino i servizi igienici del secondo e del terzo piano.
L?elenco delle ?buone azioni? prosegue con la sede di via Michele Mercati, quella di piazza del Popolo e con l?ufficio centrale per i Beni archivistici. Come dire: un disabile che vuole incontrare Veltroni e il suo staff, adesso ha discrete possibilità di riuscirci. Sicuramente ne ha molte di più di quante ne avrebbe se volesse avventurarsi, come dicevamo, nelle biblioteche centrali. Qui ci imbattiamo con poche oasi felici: quelle dove oltre a studiare si riesce anche a fare pipì. Su 29 biblioteche prese in esame ce ne sono soltanto cinque. Vale la pena di elencarle: la Nazionale centrale di Firenze, la sezione staccata di quella di Macerata, le biblioteche nazionali di Napoli e Potenza e quella universitaria di Pisa. Al misero elenco vanno aggiunte anche quelle annesse a monumenti nazionali: la biblioteca universitaria Alessandrina di Roma, l?universitaria di Sassari, quella di Torino, la statale del Popolo di Trieste e la biblioteca di Farfa (Ri). Tutte le altre (in totale sono 36) hanno qualche problema. Molte, tra cui quelle di Bologna, Cagliari e Milano, sono inaccessibili negli uffici e nei servizi. In qualcuna si può entrare, ma senza andare al bagno. E in qualcun?altra, colmo dei colmi, ci sono bagni accessibili che non potranno mai essere sfruttati perché le barriere sono all?ingresso (è il caso della Marucelliana di Firenze, dell?universitaria di Genova, e della statale Baldini di Roma). ?

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