Non profit

Se l’associazione è ferma da anni

Non é così semplice la riapertura dopo un lungo lasso di tempo.

di Carlo Mazzini

Come si potrebbe riutilizzare un?associazione senza scopo di lucro se essa è stata praticamente abbandonata, non ha indetto un?assemblea da oltre 10 anni, non ha nominato un consiglio direttivo da più di 10 anni mentre nello statuto è prevista la durata della carica per un anno? Chi potrebbe a questo punto indire un?assemblea? Chi potrebbe nominare il nuovo consiglio direttivo? Chi, ancora, il commissario straordinario? I soci, pur non avendo da più di 10 anni versato la quota associativa, si possono ancora considerare realmente soci? E poi, il consiglio direttivo è ancora in carica? Come potremmo fare, infine, per evitare di fondarne una nuova utilizzando questa, al fine di evitare le spese per la creazione di una nuova associazione? M. N. (email) La sua domanda risulta particolarmente utile alla comunità del non profit, anche in considerazione del fatto che lei non è purtroppo l?unico a vivere una situazione di ?abbandono? dell?ente. Secondo il censimento dell?Istat che fotografava il non profit al 31 dicembre 1999, quasi il 7% degli enti censiti (per un totale di 15mila) sono stati classificati come ?non attivi? a quella data. All?utilità, ahimè, non si accompagna la semplicità di una risposta che, per forza di cose, deve essere complessa, spero non complicata. In buona sostanza l?associazione è un contratto, è un incontro di volontà, incontro ripetuto in ogni momento in cui ai diversi livelli (assemblea, consiglio direttivo, eccetera) si decide di fare qualcosa per perseguire le finalità per le quali si è costituita l?associazione. Se così è, la sospensione decennale delle attività dell?ente di cui lei parla è da intendersi come un?implicita espressione di volontà di interruzione (momentanea? viene da chiedersi) dello svolgimento di qualsivoglia attività, comprese le obbligazioni sociali interne. Come fare, quindi, a riavviare il motore, senza che gli ingranaggi, logorati dal tempo e dalla stasi, rovinino il motore? Fuor di metafora, come fare ad evitare di vedersi contestato il riutilizzo dell?associazione (prima di tutto in relazione alla denominazione) da parte di qualcuno dei soci sopravvissuti? La risposta dipende da fattori umani e relazionali, prima che da questioni giuridiche. Dipende dalla capacità dei promotori della rinascita di recuperare lo status quo degli iscritti nel momento in cui si sono formate le ultime volontà dell?associazione (prendendo come riferimento l?ultima delibera, o l?ultima votazione di assemblea?), contattare gli iscritti stessi e chiedere loro se intendono partecipare alla rinascita dell?associazione. Si può anche ritenere che l?unico organo non decaduto (dato che per sua natura non decade mai) sia l?assemblea dei soci. La rinascita avverrebbe quindi dal punto di vista formale con la convocazione di un?assemblea straordinaria dei soci per effettuare le opportune modifiche statutarie (tenendo conto che dal 1993 di acqua ne è passata, e si può dire parecchia, sotto i ponti), magari da tenere presso lo studio o alla presenza di un notaio, in modo così da avere certi la data, i presenti e il contenuto delle delibere che saranno adottate. E qui si aprono numerose questioni relative agli eventuali fondi patrimoniali giacenti, alla titolarità di chi convoca l?assemblea di cui abbiamo detto, all?eventuale ricorso ad autorità terze (per esempio presidente del tribunale) per la soluzione di insorgenti problematiche di governance. Di norma si guarda allo statuto nella speranza di scorgerci indicazioni, ma è pur vero che in questo caso lo sforzo potrebbe rivelarsi vano; è altamente improbabile, infatti, che in uno statuto di un?associazione si preveda la circostanza di una tanto prolungata ?pausa di riflessione?. Infine, credo che il calcolo debba essere anche di natura economica, come lei giustamente fa notare nel suo quesito quando chiede: “Come potremmo fare, infine, per evitare di fondarne una nuova utilizzando questa, al fine di evitare le spese per la creazione di una nuova associazione?”. È, infatti, probabile che la ?rianimazione? dell?associazione dopo dieci anni di stasi non sia poi così conveniente sul lato dei costi. Certo, a favore del recupero vi sono da tenere presenti il mantenimento della denominazione e una storia passata, magari gloriosa. Si consiglia, comunque, di astenersi dall?accanimento terapeutico.


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