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Se l’arte denuda gli spot. Sconsigli per acquisti

Personaggi. Gli exploit di Minerva Cuevas, artista giovane e originale, che ha scelto di mostrare il “lato b” delle pubblicità patinate.

di Carlotta Jesi

Per il mercato, Minerva Cuevas non vale nulla. Le sue opere non sono quotate, perché le regala. Non sono riconoscibili, perché non le firma. Non sono originali, perché non vuol sentir parlare di copyright. Eppure i galleristi fanno a gara per invitare questa artista messicana di 27 anni che, solo nel 2001, ha presentato i sui lavori a Miami, Vienna, Parigi, Londra, Lubiana e in una ventina di altre città. Conquistandole con installazioni che i critici definiscono attivismo artistico, e lei arte sociale. Jeans neri, capelli sciolti sulle spalle e maglietta azzurra con due mani che si stringono in segno di pace e cooperazione (il logo della società Mejor Vida Corporation che ha fondato nel 1994), a fine gennaio Minerva è approdata anche alla Triennale di Milano. Dove ha messo subito in chiaro una cosa: «Non sono un?altruista». Difficile crederle: quando non è in giro a regalare le sue opere, prende scopa e paletta e si mette a pulire le fermate della metropolitana. Oppure regala biglietti della lotteria alle persone in fila davanti al banco dei pegni.
Vita: Se non è altruismo questo, cos?è: una provocazione?
Minerva Cuevas: No, un?interferenza. È attivismo, arte. C?è una grossa differenza fra usare degli elementi di un determinato contesto sociale per produrre un?opera d?arte e fare un progetto utile dal punto di vista sociale. Interferire vuol dire creare un impatto concreto con l?arte.
Vita: Puoi farci un esempio di creazione artistica con impatto sociale?
Cuevas: Uno dei miei primi progetti, a New York: i vagoni della metropolitana erano tappezzati di manifesti pubblicitari che spiegavano come viaggiare sicuri con questo slogan: «Stare svegli è stare sicuri». Ho attaccato ai poster delle bustine con delle anfetamine, per aiutare i passeggeri a non addormentarsi. E questo biglietto: «Sono safety pills, pillole di sicurezza». Oggi a Città del Messico distribuisco biglietti della metropolitana e lascio nelle cabine telefoniche buste con il francobollo, che chiunque può usare. Lo scopo dell?organizzazione che ho fondato, la Mejor Vida Corporation, è migliorare la vita delle persone. Un obiettivo che raggiungo anche aprendo loro gli occhi con campagne di sensibilizzazione e boicottaggio, come quella contro Melate, una lotteria messicana che mette in palio 40 milioni di pesos. Dovrebbe avere un?utilità sociale e invece non ce l?ha: così ne ho rifatto i poster pubblicitari cambiando il suo logo a cuore in un cuore che sanguina, e sostituendo la cifra del premio con quella dei messicani che vivono in povertà: 46 milioni di persone.
Vita: Dove trovi i soldi per le installazioni?
Cuevas: Uso fondi messi dei musei in cui faccio le installazioni, e poi costruisco siti Internet per le organizzazioni non profit messicane. È la mia unica entrata.
Vita: Trasformare il logo delle multinazionali che non rispettano i diritti umani è una delle tecniche di lotta degli attivisti anti globalizzazione. Ti ritieni una di loro?
Cuevas: No. Gli strumenti con cui si battono i no global, soprattutto le manifestazioni, sono inefficaci. In Messico c?è una manifestazione al giorno, e non riesce quasi mai a ottenere risultati. Per la gente è una scocciatura perché fa aumentare il traffico.
Vita: Che alternativa proponi?
Cuevas: Trasformare l?attivismo in un modo di vivere, una scelta personale. I collettivi e i network hanno vita breve: la differenza la fanno i cittadini, con scelte giornaliere. La responsabilità sociale è una cosa che ti cuci addosso 24 ore su 24.
Vita: Tu che tipo di consumatrice sei?
Cuevas: Sono vegetariana, cerco di essere il più possibile autosufficiente e di rendere autosufficienti gli altri. Certe scelte sono anche dettate dalla mancanza di fondi: non ho una casa, dormo con un sacco a pelo nell?ufficio della Mejor Vida Corp, nella Torre Latinoamericana, un grattacielo nel centro di Città del Messico.
Vita: Alcune tue attività sfiorano l?illegalità. Sei stata denunciata o minacciata da aziende di cui boicotti l?immagine?
Cuevas: Niente di serio. Dalle aziende e dagli istituti di cui cambio il logo, per il momento non ho avuto problemi. Alcune mi hanno chiamato per far valere i loro diritti di copyright o dei brevetti sui prodotti, ma non sono mai passati alle vie legali.
Vita: Cosa pensi dei brevetti?
Cuevas: Quello che faccio non è coperto da copyright. Sul mio computer ho Linux, il sistema operativo libero, e uso solo software open source. È un modo per portare a tutti i benefici della globalizzazione.
Vita: Benefici e globalizzazione non sono due termini che gli attivisti associano…
Cuevas: Sbagliano. La globalizzazione partecipata per i Paesi poveri può essere utile. A cominciare dalla globalizzazione dell?informazione e della contro informazione. Quella che cerco di fare io: con Internet e con le radio pirata che sto imparando a costruire.

Chi è
A soli 27 anni, Minerva Cuevas ha già esposto in una ventina di musei e gallerie del mondo. Vive a Città del Messico nella sede della sua associazione, la Mejor Vida Corporation. Rifiuta di vendere le proprie opere. Il suo sito web è www.irational.org/mvc

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