Volontariato

Se l’inquinamento fosse un fantasy

Tre domande a Licia Troisi.

di Daniela Verlicchi

È una lotta quasi sovrumana quella che si combatte contro le ecomafie. E allora perché non raccontarla attraverso le avventure di drow e mezzosangue? È quello che ha fatto Licia Troisi, scrittrice fantasy, con I dannati di Malva (Edizioni Ambiente), il nuovo romanzo della collana Verdenero, noir di ecomafia.

Perché un libro fantasy?
È un linguaggio che mi appartiene: una scenografia sulla quale rappresentare tematiche universali. Anche l?ecomafia. Nel libro si parla di due mondi paralleli: uno perfetto (la città di Malva), che ne nasconde uno invisibile e soffocato da miasmi tossici.
Una metafora?
Sì, della nostra società. Nel modello attuale di sviluppo c?è sempre qualcuno che gode dei privilegi della ricchezza e qualcuno che ne paga il prezzo. I lettori possono identificarsi con gli umani, gli abitanti di Malva, o con i drow, gli schiavi dell?altro mondo.
E chi vince?
È il lettore che deve fare la sua scelta, nella vita concreta. Questo è il mio modo di intendere il progetto Verdenero: raccontare una storia, ma anche gettare un seme.


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