Carissima Claudia, ha proprio ragione. L’Italia non potrà ripartire senza un rinnovamento profondo del Sud del Paese e una sua conseguente rimessa in moto. Come ha detto recentemente il cardinal Sepe, «bisogna riscoprire la parola Sud, liberandola dalle negatività che le sono state gettate addosso. Sud, certo, ma non Sud semplicemente come metafora di abbandono e di declassamento; Sud anche come bellezza, come calore, come spontaneità, come generosità, come capacità di affetti; Sud come patrimonio umano, culturale e religioso, come intelligenza e vivacità, come terra di integrazione e di accoglienza; Sud come parola nuova, significativa per dare speranza ed esemplarità a una terra dove il nostro vissuto può diventare patrimonio e risorsa per il Paese e per il mondo intero». E per far questo occorre l’impegno di tutti e che qualcuno liberi quanto prima la poltrona.
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