Cultura

Se il treno è già passato a soli 19 anni

«Il mio treno ormai è passato»: è una frase che ognuno di noi, metterebbe in bocca a una persona anziana, nella fase ultima della vita, e invece a parlare è un ragazzo di 19 anni...

di Ornella Favero

«Il mio treno ormai è passato»: è una frase che ognuno di noi, probabilmente, metterebbe in bocca a una persona anziana, nella fase ultima della vita, e invece a parlare è un ragazzo di 19 anni, dalle pagine di Innocenti evasioni, il giornale dell?Istituto penale minorile di Treviso. Dalle sue parole traspare quello che è il destino di tanti ragazzi stranieri nel nostro paese, un futuro incerto, faticoso, un sogno nato con un progetto migratorio e naufragato nel disastro dell?impatto con una realtà che di spazi ne lascia davvero pochissimi. «Nel mio futuro io attendo l?uscita dal carcere, voglio cercare di cambiare il modo di vivere, desidero uscire dal cerchio dello spaccio e poi semmai trovare un lavoro. Vorrei vivere lontano dai guai o magari tornare in Tunisia. Lì vorrei lavorare con mio padre nel suo negozio di vestiti perché lui ormai è invecchiato, ha bisogno di qualcuno che gli stia vicino? i miei fratelli sono tutti lontani. Io consiglio ai ragazzi che sono qui di farsi aiutare a cambiare il loro stile di vita. Fanno male a se stessi e alle persone che stanno loro vicine. Il mio treno ormai è passato. Ho 19 anni ed ho altri due anni da scontare in carcere. Il destino sceglierà il resto del mio cammino perché mi aspetteranno altre prove». Qui bologna Una condanna a venticinque anni per omicidio, tanto tempo fa, e oggi un lavoro importante, la catalogazione dei volumi delle biblioteche dell?università. È un detenuto semilibero che se ne occupa a Bologna, lavorando per l?Altercoop, una cooperativa fondata nel 1985 da un gruppo di ex detenuti per reati di natura politica, che hanno deciso di impegnarsi in prima persona per permettere un più facile accesso alle misure alternative al carcere previste dalla legge Gozzini. E oggi non danno lavoro solo ai detenuti, ma anche a ex tossicodipendenti e disabili. Una sfida a impegnare i detenuti in lavori di qualità.


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