Non profit

Se il terzo settore cresce, il sud riparte

Fondazione sud: intervista a Savino Pezzotta

di Riccardo Bonacina

Da mercoledì 22 novembre Savino Pezzotta è ufficialmente presidente della Fondazione per il Sud. La fondazione, operativamente, dovrebbe poi partire nei primi mesi del 2007. Una sfida che rappresenta un vero esempio di mutualismo tra diversi soggetti sociali e di solidarietà tra territori: il mutualismo tra fondazioni d?origine bancaria, terzo settore e volontariato (ciascuno degli attori si è messo in gioco in questo progetto guardando ad una finalità superiore i propri interessi di bottega e di rappresentanza), e solidarietà tra Nord e Sud del Paese, tra il Nord ricco di fondazioni ex bancarie e il Sud in condizioni di indubbio svantaggio. Il patrimonio della Fondazione per il Sud deriva in buona parte dagli accantonamenti effettuati dalle fondazioni tra il 2001 e il 2004 per i Centri di servizio del volontariato, circa 320 milioni (213 di pertinenza delle fondazioni e 107 dei Centri di servizio del volontariato). Le attività saranno poi sostenute dai rendimenti degli investimenti, valutabili in circa 35 milioni l?anno. Pezzotta è cosciente della difficoltà della sfida. Una doppia sfida: quella della governance della nuova fondazione (un consiglio d?amministrazione equamente ripartito tra fondazioni e terzo settore) e quello di presentarsi al Sud con un bel gruzzolo a disposizione. Vita: Una bella responsabilità Pezzotta, lei sarà una sorta di presidente garante? Savino Pezzotta: Ma no, che garante! I soggetti che hanno dato vita al Progetto Sud hanno dimostrato una tale grado di responsabilità che non hanno bisogno di nessun garante e di nessun tutore. Semplicemente, credo, sono stato scelto perché profondamente convinto che la vera questione italiana oggi sia quella del Mezzogiorno. La questione nazionale oggi sta al Sud e in particolare sta nella crescita sociale del Sud. Vita: Avete già un?idea delle modalità d?intervento della fondazione? Pezzotta: Precisare le linee guida del nostro intervento sarà il nostro primo lavoro. Posso dirle che proprio nella prospettiva detta, le organizzazioni di terzo settore sono configurabili come una parte cruciale di una infrastruttura immateriale per lo sviluppo, in quanto luoghi di partecipazione attiva, esercizio della democrazia, luoghi di crescita di una cultura solidaristica e di promozione di un welfare comunitario. Il rafforzamento delle organizzazioni di terzo settore rappresentano, pertanto, una, anche se non l?unica, condizione per sostenere la crescita del Mezzogiorno. Peraltro, la capacità del terzo settore non può essere semplicemente presupposta, ma va dimostrata in concreto, attraverso risultati percepibili dai cittadini e dalle comunità locali. La nostra finalità generale può essere fatta coincidere con quella di aumentare la dotazione di capitale sociale delle regioni meridionali come condizione per una vera sua ripartenza. Vedi anche: Ecco chi c’è nel board


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