Non profit

Se il prestito viaggia sulla rete dei Gas

di Redazione

Il prestito peer to peer assume sempre più i contorni di una valida alternativa alle banche, per i privati. E le aziende? Esistono forme alternative di accesso al credito per chi dalle banche non ne ottiene più (o semplicemente vuole evitarle)? Qualcosa si muove. Il canale è quello dei Gas, i gruppi di acquisto solidale. Nei quali uno dei punti cardine è il rapporto diretto (e fiduciario) tra produttori e consumatori. Se il rapporto è fiduciario, appunto, nulla di strano se il consumatore diventa anche il finanziatore dell’azienda da cui compra. È accaduto con il caseificio Tomasoni, 980mila euro di fatturato nel 2008, azienda familiare dedita al biologico con una rete consolidata di acquirenti nei Gas. «Nel 2008 abbiamo avuto difficoltà per affrontare la stagionatura», racconta Massimo Tomasoni, «le banche hanno stretto i cordoni della borsa e noi abbiamo deciso di chiedere aiuto. Abbiamo fatto girare una mail tra gli associati dei Gas». Un migliaio di famiglie ha messo mano al portafoglio, sono stati raccolti 90mila euro. E la cifra del prestito è stata scontata poi dall’acquisto del formaggio. Si è rivolta ai Gas anche Wip srl, azienda toscana di pannolini ecosostenibili, in questo caso in una prospettiva di crescita: «Sfidiamo le multinazionali, abbiamo bisogno di macchinari che producano 120/150 pezzi al minuto», racconta Marco Benedetti, fondatore dell’azienda. Servono investimenti. E allora Wip punta a trasformarsi in spa, chiedendo ai membri dei Gas di sottoscrivere quote. Una forma di azionariato diffuso che consentirebbe all’azienda di saltare il circuito bancario tradizionale. E di raggiungere un obiettivo ambizioso: passare da uno a tre milioni di fatturato. La mail è partita. Come risponderanno i consumatori?

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