Welfare

Se il malato è terminale meglio curarlo in casa

L’assistenza domiciliare ora diventa materia di studio per gli iscritti a Medicina e i perfezionandi. Perché le strutture sanitarie siano meno “ospedalo centriche”

di Redazione

Eppur qualcosa si muove: l?assistenza domiciliare degli ammalati, per lo più terminali, ma non solo, entra di diritto negli studi ?curriculari? degli studenti di medicina e dei corsi di perfezionamento per i già laureati. Insomma, l?assistenza domiciliare, il fare il medico a casa del malato, o, in gergo sociologico, ?sul territorio? sta diventando uno dei principali sbocchi professionali per i nuovi medici. «Tutto merito del nuovo ordinamento che ha inserito l?obbligo di scelta di alcune attività didattiche elettive tra cui appunto la ?medicina sul territorio?», spiega il professor Bruno Andreoni, docente di Chirurgia d?urgenza alla facoltà di medicina di Milano e direttore della divisione Chirurgia generale dell?Istituto Europeo di Oncologia. «È merito anche del cambiamento di cultura che si è compiuto in questi anni: non è più la malattia al centro dell?attenzione, ma la salute; la struttura sanitaria non è più ?ospedalecentrica?; il ruolo del medico non è più soltanto ospedaliero. Ma la creazione di nuove professionalità è ancora tutta in costruzione». E per costruirle cosa c?è di meglio che apprendere da chi un?esperienza se l?è fatta lavorando sul campo e non da ieri?». Così il professor Andreoni ha pensato di organizzare dei seminari di studio dedicati soprattutto agli iscritti ai corsi di perfezionamento universitario su ?Assistenza infermierista nel paziente oncologico?, ?Protocolli diagnostico-terapeutici in oncologia? e ?Medicina d?urgenza per medici di medicina generale? e alle attività didattiche elettive tra cui quelle sulle cure palliative, sull?assistenza domiciliare integrata e sul lavoro di gruppo multidisciplinare nell?assistenza domiciliare, chiamando come ?docenti? gli operatori delle associazioni non profit che da anni lavorano, con volontari e professionisti, nell?assistenza a malati terminali, a disabili, ad anziani. Il secondo si è svolto all?Istituto Europeo Oncologico l?8 marzo scorso e ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Vidas, Fondazione don Gnocchi, Lega Italiana contro i tumori, Fondazione M. Grassi, Fondazione Floriani, Alzheimer Italia, Lila, Aids Aiuto, Caritas ambrosiana.


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