Dopo il restyling de Il Giornale (di proprietà della famiglia Berlusconi) in stile The Guardian, quello de Il Riformista (di proprietà di una cooperativa “ma anche” della famiglia Angelucci), in stile free press, arriva quello de L’Unità (giornale di partito “ma anche” di Soru, ex Tiscali e Governatore Sardegna) che debutterà nella nuova veste il 25 ottobre in edicola, in stile sbarazzino.
Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci cambia pelle e forse qualcuno storcerà il naso vedendo l’immagine scelta da Oliviero Toscani per il lancio: il fondoschiena di una ragazza che indossa una attillata minigonna di jeans sotto una maglietta rossa, una copia dell’Unita’ arrotolata nel taschino, le gambe leggermente aperte, in posizione di sfida. Sopra scorre una sfilza di aggettivi: nuova, libera, mini, bella, forte, indipendente, impegnata, coraggiosa; sorprendente, rivoluzionaria, intelligente, generosa, essenziale, indomabile. Insomma una Unità al femminile come il suo direttore e che diventa più piccola della metà nel formato.
«Anche Gramsci lo avrebbe fatto». Ne è sicura Concita De Gregorio che spiega: «L’immagine scelta non deve destare scandalo. Il corpo di una donna questa volta viene usato per pubblicizzare un prodotto intellettuale. Mi sembra pertinente. È molto peggio quando è utilizzato per accompagnare la pubblicità di un’auto oppure un detersivo per i piatti».
Mah, sarà. A noi la differenza tra il lato B usato per l’auto e quello per l’Unità sfugge. Ma non sarà una differenza troppo intellettuale?
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