Attivismo

Se il follower diventa volontario: così la tecnologia sposa l’impegno sociale

Piattaforme digitali, realtà virtuale, realtà aumentata e intelligenza artificiale stanno trasformando il modo di ingaggiarsi dei volontari offrendo nuove modalità di partecipazione e supporto

di Francesca Arcadu

«Il vero potere è il servizio». Con queste parole Papa Francesco ha aperto il suo pontificato nel 2013, durante la sua prima omelia da Pontefice. Ed è questo, forse, il messaggio più strettamente legato al mondo del volontariato. Mettersi al servizio degli altri senza alcun tornaconto se non quello di un senso più alto del rapporto col prossimo. Un valore tanto più forte quanto forte è la spinta verso l’individualismo,  l’indifferenza verso i bisogni di chi resta indietro in una società sempre più veloce. 

A prestare servizio in Italia sono 4,6 milioni di volontari, uomini e donne che affrontano la complessità dei tempi ritagliandosi spazi di cittadinanza attiva. Numeri elevati che però, negli ultimi anni, hanno subito una battuta d’arresto, con un -15% di persone impegnate nelle istituzioni non profit rispetto al 2015, come certificato dal censimento Istat del 2021.

I numeri da soli, però, non raccontano un mondo in grado di stare al passo coi tempi e governare il cambiamento. Se diminuiscono i volontari, infatti, aumenta la possibilità di massimizzare l’operato di chi resta attraverso la tecnologia, che può fungere da strumento prezioso per tessere trame e mettere in collegamento territori e iniziative benefiche. 

Photo by Hannah Busing on Unsplash

Piattaforme digitali e reclutamento di volontari

Le piattaforme digitali sempre più spesso consentono il reclutamento di nuove forze, soprattutto tra quelle più giovani e abituate all’utilizzo di smartphone e social. Ormai quasi tutte le più grandi associazioni del Terzo Settore hanno pagine dedicate alle loro attività, che raccontano attraverso i moderni strumenti di comunicazione con video e storie, capaci di coinvolgere i follower trasmettendo valore e impegno nei confronti delle varie cause. 

Tra le associazioni più attive senz’altro Emergency, Comunità di Sant’Egidio, Legambiente, Caritas, Save the Children Italia e Volontariato Internazionale per lo Sviluppo – Vis

Durante la pandemia hanno preso piede anche nell’ambiente del non profit gli incontri online, grazie ai vari Meet, Zoom e tutte le altre piattaforme che consentono di abbattere gli ostacoli della distanza sia nel caso di riunioni operative che per la formazione dei volontari.

Volontariato a distanza

Al volontariato in presenza si affianca sempre di più quello a distanza, consentendo anche alle persone con disabilità di partecipare e fare attivismo. Tra le persone disabili aumentano coloro che utilizzano Instagram per condividere il proprio impegno sociale, ritrovandosi magari in gruppi Telegram per organizzare incontri o manifestazioni.

Malgrado la diminuzione progressiva del numero di volontari sono ancora molti coloro che vorrebbero impiegare il loro tempo mettendolo a disposizione degli altri,  in particolare tra le fasce di giovani e giovanissimi, rivolgendosi magari  piattaforme come VolunteerMatch.org che consentono di analizzare l’ambito di interesse e la geolocalizzazione, mostrando le associazioni disponibili e più affini. 

Analisi dei dati e intelligenza artificiale

Il costante flusso di informazioni generato dal traffico verso queste piattaforme consente di rilevare una grandissima quantità di dati, raccolti attraverso diverse fonti (app o dispositivi elettronici, questionari, acquisti tracciati, check-in elettronici e attività sui social network), utili a individuare la tipologia di utenza, le aree di provenienza e informazioni sempre più dettagliate. 

Sistemi tecnologici sempre più sofisticati consentono all’Ai di “allenarsi” grazie all’analisi di grandi quantità di dati, per riprodurre i processi mentali umani tramite computer e sistemi informatici. Il rapporto tra Ai e big data nel mondo del volontariato consente di analizzare i dati, elaborarli e utilizzarli per migliorare l’efficienza dei processi, prendere decisioni e sviluppare soluzioni innovative per una vasta gamma di problemi in diversi settori.

Realtà virtuale e realtà aumentata

Tra gli esempi più innovativi del rapporto tra volontariato e tecnologia c’è senz’altro il progetto del Centro Servizio Volontariato – Csv di Padova e Rovigo, che ha utilizzato la realtà virtuale per promuovere le proprie attività. Attraverso un software sviluppato dalla Kudu srl Società Benefit è possibile, con l’uso di appositi visori e controller, visitare gli ambienti virtuali per conoscere le opportunità di volontariato disponibili confrontandosi direttamente con alcuni referenti del Csv, che illustrano i progetti portati avanti.

Esperienze immersive

La Uildm Sassari con il progetto “Vivo il presente e affronto il futuro” finanziato dalla Fondazione Roche,  utilizza invece i visori per la realtà virtuale all’interno di laboratori per la gestione emotiva condotti da uno psicologo esperto, dedicati a persone con distrofia muscolare di Duchenne o una Sma. I visori consentono di vivere esperienze immersive di trasformazione del proprio vissuto, da rielaborare in gruppo attraverso incontri di condivisione e l’attivazione di uno sportello di accompagnamento e supporto psicologico per i beneficiari del progetto e le loro famiglie.

Saranno utilizzati metodi innovativi di psicologia aumentata (Augmented Psychology) e benessere aumentato (Augmented Wellbeing) con l’utilizzo di contenuti 3D e video a 360 gradi, che riproducono situazioni e ambienti reali in grado di rendere ancora più immersiva l’esperienza.

Immagine da Uildm

«Il progetto intende anche fare informazione sulla distrofia muscolare di Duchenne e sulla Sma attraverso la realizzazione di video che racconteranno cosa significa nascere, crescere e vivere con tali patologie, partendo dalle storie e dalle voci dei nostri protagonisti», dichiara Gigliola Serra, presidente di Uildm Sassari. «Il racconto e la testimonianza sono una parte fondamentale di questo percorso perché permettono a chi ascolta – persone con malattie neuromuscolari e i familiari – di trovare elementi comuni alla loro esperienza e di sentirsi accompagnati».

Secondo le previsioni di Boston Consulting Group, il mercato del metaverso, della realtà virtuale – Vr e di tutte le tecnologie correlate continuerà a crescere nei prossimi anni, raggiungendo un valore compreso tra i 250 e i 400 miliardi di dollari entro il 2025. L’applicazione al settore della sanità è in costante aumento così come nell’ambito della formazione e della cultura.

Lo studio prevede che entro 4-5 anni i visori faranno parte del corredo tecnologico delle famiglie, con un incremento delle vendite stimato del 32,6% entro il 2027. Questo significativo aumento della diffusione e dell’accessibilità dei dispositivi Vr e Ar aprirà nuove opportunità per il volontariato e l’attivismo, permettendo esperienze sempre più immersive e coinvolgenti per i volontari e potenziando l’impatto delle iniziative sociali.

Il costante progresso tecnologico ha trasformato radicalmente il modo in cui viviamo. Volontariato e attivismo hanno individuato un valido alleato in computer, smartphone e tablet. Questi strumenti hanno semplificato il coordinamento delle iniziative e amplificato la portata delle campagne.

Tuttavia, è importante ricordare che la tecnologia è solo un mezzo: il cuore del volontariato resta l’impegno e la passione delle persone che dedicano il loro tempo per aiutare gli altri. Continuando a integrare la tecnologia con i valori fondamentali del volontariato  possiamo creare un futuro in cui l’impegno sociale sia sempre più inclusivo e potente.

In apertura foto di una volontaria di Ail


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