Sostenibilità
Se il barile va a 300 dollari
Consumi. Rifiuti, mobilità al collasso, sprechi: intervista a Guido Viale
Non è ipotesi azzardata. Massimo dieci anni si arriverà lì. E l?auto diventerà lusso per pochi. La sfida è quella di accorciare le distanze. Agli uomini e alle merci. Ma per cambiare passo occorre partire dalla scuola. Che deve insegnarci a consumare
La sfida della sostenibilità? Si vince cominciando dalla scuola, con vere e proprie lezioni di consumo consapevole. «Perché la nostra vita quotidiana non è fatta soltanto di rapporti con le persone, ma anche e soprattutto, di rapporti con gli oggetti. Imparare a conoscere i processi produttivi, le modalità e le scelte di consumo e la gestione dei rifiuti costituirebbe una grande svolta culturale». E secondo Guido Viale, economista esperto di ambiente, eviterebbe a chi governa, in futuro, di trovarsi a fronteggiare l?ennesima emergenza: dopo quella dei rifiuti, l?inquinamento, la mobilità, il carovita?
Vita: In questa campagna elettorale si sente parlare molto di ciò che dovrà fare il nuovo governo, il nuovo parlarmento, di quali sono le priorità. Rimane sempre un po? fuori il discorso dei comportamenti individuali, dei singoli consumatori, che invece hanno un?importanza sempre maggiore. L?esempio che viene subito alla mente è quello dei rifiuti. Secondo lei bisognerebbe dare più spazio a questa dimensione degli ?stili di vita? anche nella politica?
Guido Viale: Indubbiamente sì. I rifiuti sono un bel punto di partenza non soltanto per analizzare e insegnare le modalità più corrette per gestirli, quindi per non provocare dei disastri ambientali, ma anche per risalire lungo la catena del consumo e della produzione che li ha preceduti e analizzare ?dal vivo? di che cosa è fatta la nostra vita quotidiana, di che consumi, di che materiali, di che oggetti, di che processi.
Vita: È una sfida, dunque, quella della consapevolezza, non solo sul fronte ambientale, ma per esempio anche sul fronte del carovita: un consumatore più consapevole è anche un consumatore che riesce a risparmiare, in fondo?
Viale: Come la si voglia girare, è impossibile, per l?individuo, per le classi sociali più deboli, ma anche per i governi, tentare un inseguimento alla corsa dei prezzi, attraverso sgravi fiscali, aumenti salariali o altri marchingegni. Non c?è nessuna speranza, secondo me, che salari, stipendi e pensioni possano reggere la corsa con i prezzi di beni di consumo il cui aumento è da ricondurre alla limitatezza delle risorse della terra e al fatto che le popolazioni che si affacciano al mondo dei consumi sono cresciute enormemente e sono diventate di fatto dei competitori delle popolazioni che sino a qualche anno fa ne avevano il quasi monopolio.
Vita: Vale un po? lo stesso discorso che si fa sui rifiuti: quel che serve quindi è un approccio differente?
Viale: Le scelte individuali contano. Ma contano anche le politiche, che indirizzino verso quelle forme di consumo collettivo e di consumo più consapevole. E anche più ?intenso?, nel senso di un utilizzo maggiore di quei beni che oggi scivolano tra le nostre mani per trasformarsi in brevissimo tempo in rifiuti e che quindi ci costano molto e ci danno pochissimo. La sfida è ottenere più benessere da una minore quantità di risorse: per usare uno slogan inglese che ha molto successo, «more well-being from less nature». Obiettivo che si raggiunge con la riduzione e l?abolizione progressiva dei prodotti usa e getta, in particolare degli imballaggi superflui, che vanno a costituire la montagna di rifiuti che ci opprime.
Vita: Un altro tema completamente scomparso dalla campagna elettorale, e che invece ha enormi riflessi sulla nostra vita quotidiana, è quello della mobilità. Secondo lei perché non se ne parla?
Viale: Perché è un argomento molto delicato, che richiede l?attivazione di strumenti culturali che oggi non ci sono e a cui nessun politico pensa. Nel ceto politico e amministrativo c?è una grande ignoranza su questi temi, esattamente come nel campo dei rifiuti (e non saremmo arrivati a questo punto in Campania se non ci fosse stata all?origine una sottovalutazione dell?importanza culturale, economica e strategica di questo tema). L?emergenza mobilità quando scoppierà avrà conseguenze anche più gravi e devastanti di quelle dei rifiuti. Oggi la mobilità urbana è quasi interamente affidata all?automobile privata, che incide sui nostri livelli di vita in maniera pesantissima, perché assorbe mediamente un terzo e fino a metà del reddito, oltre che provocare il collasso sulle nostre strade. E in prospettiva sarà sempre peggio: nel giro di cinque, massimo dieci anni il prezzo del petrolio potrà raggiungere i 300 dollari al barile, provocare la triplicazione del prezzo della benzina attuale. Se si aggiungono misure come la pollution charge, il costo dei parcheggi, il costo della sicurezza, il costo dell?assicurazione, il costo del garage, che per molti diventerà obbligatorio, ci rendiamo conto che l?automobile sta uscendo fuori dalle capacità di acquisto di una fascia crescente di famiglie e di persone. Se tutto questo viene lasciato al libero gioco del mercato non può che creare una sorta di emarginazione fortissima di quelli che non avranno accesso a nessuna forma di mobilità praticabile, ma anche un grande moto di risentimento e di rabbia di queste persone che, sentendosi escluse, andranno alla ricerca di capri espiatori per il loro isolamento. Io penso che sul problema della mobilità siamo in prossimità della comparsa di una situazione drammatica e catastrofica che colpirà un segmento della popolazione molto esteso.
Vita: Anche in questo mi sembrano fondamentali i comportamenti individuali, le forme di auto-organizzazione, la consapevolezza?
Viale: Servono eccome, anche se senza politiche attive da parte di chi governa i comportamenti individuali hanno scarse possibilità di successo. L?esempio dei rifiuti torna utile: uno ha un bell?essere diligente sino all?estremo nel tenere separate le diverse frazioni dei rifiuti che produce, ma se poi il Comune non glieli viene a raccogliere in maniera differenziata e non predispone le filiere per il trattamento di queste frazioni e la loro valorizzazione, non serve assolutamente a niente. Lo stesso vale per la mobilità: gli sforzi per ridurre al massimo il ricorso alla mobilità automobilistica, usando non soltanto i mezzi pubblici, ma anche la bicicletta e i piedi, soprattutto lavorando per accorciare le distanze dei propri percorsi è indubbiamente un compito che spetta a ciascuno di noi, ma in mancanza di una politica della mobilità si rischia di non ottenere molti risultati.
Vita: In conclusione, proviamo a dire quali possono essere quattro provvedimenti che un governo responsabile dovrebbe prendere subito, appena insediato.
Viale: Direi in primo luogo la rivalutazione della scuola, con adeguati finanziamenti per la riqualificazione degli insegnanti e dei curricula scolastici finalizzata a introdurre in maniera sistematica una conoscenza consapevole e aggiornata dei materiali e dei processi di produzione, di consumo e di gestione dei rifiuti. La scuola innanzitutto, per dirla con uno slogan. Non soltanto la scuola tradizionalmente intesa, ma anche l?educazione permanente. Secondo: una politica dei trasporti a livello nazionale che promuova innanzitutto l?intermodalità, la possibilità di utilizzare più mezzi di trasporto a seconda della praticabilità e della convenienza, fornendo alle amministrazioni locali dei finanziamenti molto sostanziosi per il potenziamento del trasporto pubblico e soprattutto per l?introduzione di forme di trasporto più flessibile come il car sharing, il trasporto a domanda, il taxi collettivo. Ma con numeri adeguati: il car sharing non può essere fatto come fa meritoriamente Legambiente con 60 vetture in una città come Milano, dove ce ne vogliono non dico 6mila, ma 60mila? Numeri alti richiedono grandi investimenti. Una cosa che potrebbe permettere a un numero molto alto di famiglie di sgravarsi dell?onere di mantenere una o più automobili, peraltro ferme per la maggior parte del tempo a ingombrare le strade. Terzo: una politica di promozione di un consumo alimentare consapevole, attraverso l?incentivazione di tutte quelle produzioni locali che permettano di ridurre il chilometraggio che le merci devono compiere per arrivare sulle nostre mense e accorciare la catena degli intermediari tra chi produce gli alimenti e chi li consuma. Infine, un spinta a un maggior utilizzo delle nostre miniere del futuro, cioè i rifiuti, attraverso processi di riciclaggio che consentano di porre un freno all?estrazione di quantità smodate di risorse vergini che oggi servono per mantenere il nostro stile di vita.
IDENTIKIT
Guido Viale,
classe 1943, lavora a Milano, si occupa di politiche attive del lavoro in campo ambientale, fa parte del Comitato tecnico-scientifico dell?Anpa – Agenzia nazionale per la protezione dell?ambiente. Ha scritto diversi testi su temi ambientali, come Un mondo usa e getta, Governare i rifiuti, Vita e morte dell?automobile.
Leggi e dintorni
Le norme approvate…
Legge sull?introduzione dei farmers market
Decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 29 dicembre 2007ù
Legge sull?introduzione dei distributori del latte alla spina
Decreto legislativo 28 gennaio 2008, 28
Abolizione dei sacchetti di plastica entro il 2010Inserita nella Finanziaria 2007
Incentivi fiscali per l?efficienza energetica degli edifici e per l?installazione di pannelli solari
Inseriti nelle ultime due leggi Finanziarien
…e quelle rimaste nel cassetto
Legge di riconoscimento e tutela dell?equosolidale
Legge sul biologicoPiano nazionale dei trasporti
Piano energetico nazionale
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