Mondo

Se i malati in ospedale devono pagarsi vitto e alloggio

Mentre il servizio sanitario nazionale si avvicina al collasso, in Gran Bretagna avanza la proposta di fare pagare ai malati le spese di mantenimento durante il ricovero. Un costo che sfiora i 100 euro a notte

di Ottavia Spaggiari

Letti di ospedale a pagamento, come quelli di un hotel. E’ quello che potrebbe accadere in Gran Bretagna, dove il National Health Service (NHS), servizio sanitario pubblico nazione del Regno Unito rischia il collasso. A lanciare l’allarme il quotidiano britannico The Independent che, riportando le parole di Rob Webster, amministratore delegato della NHS Confederation, l’organo di coordinamento del servizio sanitario nazionale, ha affermato che, in un futuro non così lontano, i direttori degli ospedali potrebbero essere costretti a “pensare l’impensabile” e cominciare a far pagare ai pazienti i costi di “vitto e alloggio” della permanenza in ospedale, a meno che non si prendano delle misure concrete in grado di tamponare la crisi finanziaria incombente del servizio pubblico.

“Se il National Health Service, non può permettersi di sostenere tutti i costi, come ha fatto fino ad ora, allora sarà necessario fare delle scelte difficili.” Ha dichiarato Webster all’Independent. “O si aumenta la soglia di tolleranza per le liste di attesa infinite, oppure si stabilisce che il servizio sanitario nazionale è tenuto a sostenere solo le spese relative alle cure e ai trattamenti medici, il che significa che ai pazienti verrà chiesto di coprire le  spese di vitto e alloggio durante il ricovero.” Spese che, secondo un’altra fonte dell’Independent, interna a NHS, ammonterebbero a 75 sterline a notte, circa 95 euro, il costo medio di una singola in un tre stelle di Londra, insomma.

Anche se non è stato ancora approvato nessun piano dettagliato che preveda il pagamento dei costi di ricovero per i pazienti, le dichiarazioni di Webster hanno riacceso il dibattito sui costi del servizio sanitario nazionale e i diritti dei malati. Come sottolinea l’Independent, l’idea di far pagare i ricoverati come se fossero in hotel, andrebbe a ribaltare i principi fondamentali del National Health Service, eppure, secondo le previsioni di NHS Confederation, i conti del National Health Service, potrebbero raggiungere un deficit record entro la fine del 2015, a causa dei tagli governativi e di una domanda di cure in costante crescita.

Secondo la Confederazione, per mantenere gli stessi standard di servizi che sono stati assicurati fino ad ora, sarebbe necessario istituire un fondo di almeno 2 miliardi di sterline per i prossimi due anni.

Il portavoce del Ministero della Sanità britannico, ha dichiarato che le affermazioni di Webster non hanno alcun fondamento: “La fruizione del Servizio Sanitario Nazionale, continuerà a rimanere gratuita. Sappiamo che con l’invecchiamento della popolazione, c’è più pressione sul National Health Service, ed è per questo che questa legislatura ha stanziato un budget di 12,5 miliardi di sterline e inoltre sta portando avanti degli investimenti a livello locale per contribuire  al miglioramento della salute delle persone.”

I tre principali partiti britannici si sono impegnati ad aumentare gli investimenti della sanità pubblica ma, secondo gli esperti, non abbastanza per riuscire a far fronte alla cifra record di 30 miliardi di sterline di deficit a cui si sta avvicinando il National Health Service.

 

“L’allocazione dei fondi per l’assistenza sanitaria è una scelta politica.” Ha affermato Webster. “Così come lo è la decisione di applicare dei tagli alla spesa della sanità pubblica (…) le conseguenze di queste scelte rappresentano ciò con cui i direttori degli ospedali si devono misurare ogni giorno”.

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.