Non profit

Se i beni confiscati li ri-confisca la mafia

Lentezze, connivenze delle amministrazioni locali: e il sequestro rimane solo sulla carta. Il Commissario: daremo più poteri ai prefetti

di Redazione

È all’insegna dell’ottimismo la prima relazione del Commissario straordinario del governo per la gestione e destinazione dei beni confiscati alle mafie. Oltre 1.200 beni confiscati nel solo 2008, 684 nuove destinazioni – che fanno del 2008 l’anno con più altro numero di assegnazioni dal 1992 – e la stipula di numerosi accordi e protocolli per la rapida destinazione degli immobili. A ben guardare, però, qualche problema rimane per quanto riguarda il reale utilizzo degli immobili. Secondo la Relazione, finora i beni realmente entrati in possesso di associazioni ed enti previsti dalla legge non raggiungono il 50% del totale consegnato ai Comuni. Una delle principali cause sarebbe l’annosa questione del pessimo stato di manutenzione in cui versano i beni, spesso lasciati in stand by per anni, in attesa del passaggio dal sequestro alla definitiva confisca. Finora le risorse dei numerosi Pon (Programma operativo nazionale) hanno privilegiato progetti di formazione, sensibilizzazione e video sorveglianza, lasciando sullo sfondo il vero e proprio patrimonio. Ma da quest’anno forse qualcosa cambierà. «Stiamo attivando protocolli con le Regioni affinché venga destinata una quota di bilancio ai beni confiscati», spiega il commissario, Antonio Maruccia.
Ma l’aspetto più inquietante del mancato utilizzo degli immobili riguarda la ri-occupazione dei beni sgomberati da parte della famiglie mafiose. Numerosi casi a Napoli e il recente scandalo in provincia di Reggio Calabria, che ha portato alla denuncia di 374 tra sindaci e assessori calabresi, testimoniano una volta di più i rapporti ambigui tra amministrazioni locali e criminalità organizzata. «È un problema molto grave che mette a repentaglio la stessa credibilità delle istituzioni», spiega Maruccia. «Abbiamo sollecitato le prefetture e alzato il livello di controllo, tanto che nel 2008 sono stati liberati oltre 130 immobili, molti dei quali ri-occupati». Proprio sulle prefetture anche il governo sta scommettendo per il futuro. Già nel “Pacchetto sicurezza”, infatti, i prefetti hanno preso il posto del direttore dell’Agenzia del Demanio, in fatto di destinazione degli immobili. «In questo modo si risolveranno molte difficoltà», spiega il commissario. «Con l’istituzione per legge delle Conferenze di servizi, contiamo di snellire il processo e dare la possibilità ai prefetti di velocizzare le destinazioni, anche grazie alla loro conoscenza del territorio di riferimento».
E la proposta del ministro della Difesa, Ignazio La Russa di vendere all’asta i beni confiscati alle mafie? «Vendere i beni confiscati equivale a restituirli ai mafiosi e questo non avverrà mai», rassicura Maruccia.

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