Economia
Se ci fosse davvero l’impresa sociale
Housing sociale, gestione dell’acqua, cooperazione internazionale e riqualificazioni aziendali. Ecco perché serve una nuova legge. E per far ripartire la corsa verso la riforma Vita e la Bocconi, in collaborazione con Make a Change organizzano a Milano un convegno con il ministro Poletti e il sottosegretario Bobba. Ecco come partecipare
di Redazione
L’INCHIESTA
Perché una nuova norma sull’impresa sociale è ormai un’urgenza? La risposta a questo interrogativo questa volta siamo andati a cercarla in giro per l’Italia. A Bergamo, per esempio, dove la Fondazione Casa Amica, malgrado amministri circa 260 fabbricati con un’ottica da social housing (affitti calmierati, non più d 300 euro al mese per un bilocale) viene trattata dal fisco come se fosse la Pirelli Real Estate. Risultato: il bilancio 2013 si chiuderà con un rosso da 200mila euro, invece che con un attivo di 100mila che gli avrebbe permesso di allargare la platea degli utenti (per lo più immigrati o famiglie in grave difficoltà economica) e quindi di alleggerire la domanda di casa sui Comuni dell’area di intervento della Fondazione. «Siamo una onlus non profit di fatto, ma ci trattano come qualsiasi immobiliare, la riforma delle legge sull’impresa sociale ci permettere di lavora di più e meglio e senza l’ansia di avere i conti in rosso a causa delle tasse», spiega il presidente Massimo Monzani. Un ritornello che diventa un coro. Basta spostarsi di qualche chilometro più a ovest e raggiungere l’ufficio milanese del sindacalista cislino Roberto Benaglia, per il quale «una vera impresa sociale consentirebbe di capitalizzare tutte quelle imprese che potrebbero nascere su iniziativa di lavoratori di aziende in crisi, che hanno il know how, ma ai quali mancano le competenze».
Nell’inchiesta che potete leggere sul numero di Vita magazine in edicola da venerdì 7 oltre a queste trovate – fra le altre – anche le testimonianze di Giulio Sensi, presidente della società che gestisce i servizi idrici nella provincia di Lucca o quella, altrettanto significativa – del neo sottosegretario all’Istruzione Roberto Reggi che nella veste di presidente della Fondazione Patrimonio Comune dell’Anci con un intervento a sua firma sostiene la necessità di creare un veicolo giuridico (l’impresa sociale, appunto) che possa mettere in rapporto lo stock di immobili invenduti (700mila unità) con la crescente domanda di casa (sono 700mila anche le famiglie che oggi chiedono alloggi sociali senza avere una risposta).
IL CONVEGNO
Un viaggio, quello alla scoperta della domanda di impresa sociale, davvero sorprendente per vastità e ricchezza delle esperienze coinvolte a cui nella mattinata del prossimo 14 marzo proverà a dare qualche risposta il convegno “Impresa sociale: una chance per il lavoro e lo sviluppo” che Vita ha organizzato insieme a Make a Change e alla Bocconi (qui la pagina dedicata all'evento). L’evento (in allegato la locandina, #chanceimpresasociale, l’hashtag per seguire la diretta twitter) che vedrà la partecipazione fra gli altri del sottosegretario Luigi Bobba e del senatore Stefano Lepri (i firmatari delle due proposte di riforma depositate in Senato) e le conclusioni del ministro Giuliano Poletti sarà dunque l’occasione per approfondire gli aspetti dei disegni di legge approntati per Camera e Senato che hanno lo scopo di adeguare la normativa introdotta dal Dlgs. 155/06 al nuovo contesto economico-sociale e agli indirizzi dell’Unione Europea in tema di social economy e social entrepreneurship. E per riflettere sulle azioni che i diversi soggetti dovranno porre in campo affinchè le ipotesi di riforma risultino efficaci producendo effetti in termini di “sviluppo con occupazione”.
Qui pagina Facebook dedicata all'evento
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