Politica
“Se 90 miliardi vi sembran pochi”: numeri da brivido per l’azzardo italiano
Fatturato record per l'azzardo italiano: sfiorata quota 90miliardi. È boom anche per l'Erario, che ne incassa quasi 9. Il flusso di denaro che investe i territori non si ferma. Crolla l'alibi di chi vorrebbe una "riforma per garantire la tenuta erariale". L'Erario tiene benissimo, è la società che non ne può più.
di Redazione
Per uscire dall'evidente impasse in cui erano caduti alla vigilia della Conferenza Unificata fra Stato, Regioni e Enti locali, Mef e Monopoli corrono ai ripari e cercano di dare alcuni dei dati sull'azzardo legale che da mesi vengono chiesti a gran voce. Finora senza esito. A correre in soccorso del Ministero dell'Economia e delle Finanze, ecco una interrogazione parlamentare presentata dai deputari Giovanni Paglia e Stefano Fassina in cui si chiedeva di conoscere i dati sul gioco. Pronta l'abile risposta del sottosegretario all'economia Baretta, che si è preso in carico il tema da oramai un anno e mezzo, ha affermato che le entrate fiscali da azzardo per il 2015 sono state di 8,7miliardi di euro. Ballano alcune centinaia di milioni da quanto affermava il 5 aprile scorso, in Commissione antimafia, il vicedirettore dell'Agenzia dei Monopoli che parlava di quasi 9miliardi. In ogni caso è record.
Si comincia a ammettere che gli incassi erariali sono in crescita. Crolla così la favoletta che regolamenti comunali e leggi regionali no slot avrebbero procurato un mancato incasso erariale e, quindi, un pregiudizio.
Ma a quanto ammonta il volume di gioco, ossia il flusso di denaro che complessivamente investe i territori? Il fatturato dell'azzardo italiano è quantificabile secondo Baretta in 88,2miliardi di euro. Anche qui in crescita rispetto al 2014. Di quasi 90miliardi aveva parlato il vicedirettore dei Monopoli in antimafia.
Si tratta di volumi di gioco che comprendono anche il rigiocato. Poco interessa l'excusatio che solitamente accompagna questi dati da parte delle amministrazioni, ossia che la "spesa effettiva, al netto delle vincite", come affermato dal sottosegretario, "è di 17miliardi". I flussi di denaro che investono i luoghi, dal punto di vista sociodinamico, non sono voci di bilancio.
In Lombardia l'azzardo legale ha generato volumi per 14miliardi di euro. Lombardia, Lazio e Campania da sole si prendono oltre il 40% dell’intero mercato. Sotto il miliardo di euro di raccolta troviamo la Basilicata (486 milioni), Molise (352) e la Valle d’Aosta (132).
Complessivamente, il machine gambling, l'azzardo tramite macchinette nel 2015 ha mosso più di 47miliardi di euro.
I dati forniti su base regionale non tengono conto del gioco online, ma ci consegnano una fotografia disarmante. Con regioni dove i dati mascherano un evidente sommerso e altri che, pur parzialmente, fotografano il deserto della "legalità" messa a privatissimo profitto.
Questi i numeri e le cifre del "contro miracolo italiano". Resta però la questione dirimente: perché questi dati non sono pubblici su base mensile e territoriale, disponibili per chiunque – comuni o ricercatori – voglia consultarli e capire il reale impatto di flusso sui territori anche più piccoli? Una politica degli open data è ancor di più necessaria, per consegnare il settore alle sue chiare evidenze. Ai decisori l'ardua sentenza
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