«Sono felicissimo e voglio condividere questa mia felicità con la vostra redazione. La +Dai -Versi è un esempio di come può essere portata avanti una campagna e, senza una voce forte come quella di Vita, sarebbe stato tutto più difficile. La lezione da imparare? Quando si opera per il bene, prima o poi il successo arriva». Victor Uckmar, il più grande tributarista italiano e tra i padri fondatori della +Dai -Versi, è felice. Vita lo ha intervistato per approfondire i dettagli tecnici del provvedimento approvato. E capire meglio la portata di quella che anche lui ritiene «una svolta epocale per la società civile italiana».
Vita: Professore, se l?aspettava?
Victor Uckmar: No, e temevo piuttosto che la +Dai -Versi venisse sostituita dalla proposta del ministro Roberto Maroni per la creazione di un fondo generico e generale, ossia un carrozzone dove non si sarebbe saputo dove finivano i quattrini delle erogazioni. Per questo la gioia è ancora maggiore.
Vita: Quali sono i punti più rilevanti del provvedimento approvato?
Uckmar: In primis si mette finalmente ordine alla materia, unificando il regime per tutti, riconoscendo la deduzione del 10% sia dal reddito delle persone fisiche, sia da quello delle persone giuridiche. Di questo passo sarà più facile che vengano considerate erogazioni non solo le liberalità in denaro, ma anche quelle in natura. Anche chi fa volontariato e, invece di soldi, dona la propria opera sarà, fiscalmente, preso in considerazione. Un gran riconoscimento per la società civile. Infine sono state previste sanzioni assai gravi, fino al 200% degli importi erogati, affinché non si abusi di questi strumenti. Anche questa è una nostra proposta che è stata accolta.
Vita: Resta però il limite dei 70mila euro. Crede possa incidere?
Uckmar: Guardi che in Italia è già una cifra rilevante, perché sottosta a un reddito di 700mila euro. E non sono molti i soggetti che arrivano a queste cifre.
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