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Se 7 milioni di atleti non valgono un Coni

Dopo mesi di rinvii il ministro ha convocato per metà dicembre le associazioni sportive per completare la riforma promessa.

di Pasquale Coccia

Lo sport per tutti non può più attendere e le organizzazioni che lo promuovono hanno voglia di parlare ad alta voce. Da mesi sollecitano il ministro per i Beni culturali e lo Sport Giovanna Melandri perché convochi la Conferenza nazionale dello sport, un?occasione di dibattito a più voci tra coloro che costituiscono il variegato arcipelago dell?associazionismo sportivo, ma anche di proposte per un loro riconoscimento istituzionale. Recentemente il ministro ha annunciato che l?appuntamento si terrà a metà dicembre, e le principali organizzazioni nazionali impegnate nella promozione dello sport per tutti anticipano a ?Vita? le rivendicazioni che avanzeranno al governo e i principali punti del dibattito. «Il ministro ci ha garantito che la Conferenza rappresenterà un momento complementare rispetto al recente decreto di riordino del Coni, dunque un passo avanti per la riforma dello sport», afferma Nicola Porro presidente nazionale dell?Uisp (Unione italiana sport per tutti). «Perciò è necessario che si proceda anche a un riordino degli enti di promozione, riconoscendo un ruolo istituzionale a quelli che promuovono realmente lo sport sul territorio. Inoltre chiederemo la costituzione di un organismo autonomo dal Coni con poteri e responsabilità riguardo alla gestione dei finanziamenti per le organizzazioni, e l?avvio di un sistema di autogoverno che garantisca regole e offerte di servizi all?associazionismo sportivo italiano: il più grande ma anche il meno tutelato d?Europa. Il governo dovrà assicurare risorse economiche che non siano in balia delle onde e dei venti finanziari». Tutela legislativa e nuove regole per governare la rappresentanza, ma anche allargare gli orizzonti e aprire a nuove organizzazioni. «Il Comitato nazionale dello sport per tutti, attualmente sotto l?egida del Coni, dovrebbe comprendere anche le Università di Scienze motorie, di recente istituzione, le organizzazioni ambientalistiche come il Wwf e Legambiente, che si occupano della salute dei cittadini e della salvaguardia del territorio, perché il nuovo sono anche loro», conclude Porro. Sulla necessità di un equilibrio tra sport profit e sport per tutti pone l?accento Vincenzo Menna, presidente dell?Unione Sportiva Acli. «Gli enti di promozione», dice il presidente, «rappresentano ancora la vecchia logica dello sport amatoriale e dopolavoristico, perciò necessita sfoltirli e organizzarli su nuove basi, più rispondenti alle diverse esigenze dello sport per tutti, ma anche tutelarli sul piano legislativo. Questo ci garantirà solidità di azione e la programmazione di politiche sportive sul territorio in comune con gli enti locali e la scuola. È l?unico modo per non soccombere allo sport spettacolo che produce profit. Apprezziamo la buona volontà del ministro Melandri, ma non basta. La Conferenza dello sport deve costituire un impegno esplicito del governo D?Alema nel recepire le nostre richieste e legittimarle con provvedimenti legislativi. E in breve tempo. Non vorremmo», conclude Menna,«che finissero nel calderone della campagna elettorale per le elezioni regionali e quella per le elezioni del prossimo presidente del Coni». Donato Mosella, presidente del Csi (Centro sportivo italiano) sottolinea :«È necessario riunire intorno a un tavolo le migliori forze dello sport sociale. La Conferenza dello sport dovrà indicare quale organismo si occuperà dello sport per tutti e legittimare il suo operato. Chi pratica sport agonistico di alto livello trova strutture e l?organizzazione nel Coni, chi pratica lo sport amatoriale no. I ricatti del Coni sui finanziamenti alle associazioni che promuovono lo sport sociale devono finire e l?unico modo è quello di riconoscere sul piano legislativo lo sport per tutti, definendo ruoli, programmi e organismi. Sarebbe il primo e vero provvedimento di un governo verso lo sport sociale da 50 anni a questa parte. Il ministro ha dimostrato di avere le idee chiare, ma noi vogliamo i fatti». Insomma, strutture snelle che garantiscano servizi sportivi mirati a coloro che manifestano esigenze specifiche, dagli anziani ai bambini, e siano messi in grado di programmare con enti che oggi svolgono un ruolo istituzionale. È questo il messaggio che arriva dal mondo dell?associazionismo sportivo, che oggi produce 150 milioni di ore di volontariato annue, garantendo a circa 7 milioni di cittadini di tutte le età di praticare attività motorie. Ma l?impegno non basta, lo sport è un diritto di tutti e chi lo promuove senza fini lucrativi offre un servizio sociale, sostituendosi con dignità allo Stato, perciò le associazioni sportive chiederanno al ministro Melandri e al governo di riconoscere e legittimare il loro impegno. Petrucci vuol rinviare Il primo passo verso la Conferenza dello sport è stato mosso dal ministro Melandri attraverso la convocazione , la scorsa settimana, di una riunione alla quale erano presenti il presidente del Coni Petrucci, i presidenti degli enti di promozione sportiva, gli assessori regionali allo sport, i rappresentanti della scuola e delle organizzazioni sindacali. La relazione del ministro ha indicato i principali temi che saranno dibattuti alla Conferenza nazionale dello sport: dal sostegno finanziario alle organizzazioni impegnate nella promozione dello sport per tutti alle attività sportive per i disabili, lo sport nella scuola, la tutela della salute degli atleti non professionisti. Anche il Coni ha manifestato il suo impegno per il buon esito dei lavori, anche se ha chiesto uno slittamento della data al nuovo anno. Contrario il parere degli enti: «Vogliamo che si svolga nei tempi fissati dal ministro. Questo appuntamento non sarà la conferenza del Coni, ma dello sport sociale», conferma Donato Mosella del Csi.


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