Con l’avvicinarsi della scadenza degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDGs) prevista per il 2015, le Nazioni Unite lo scorso 2 giugno hanno presentato la Bozza negoziale per la definizione degli impegni da assumere per il cosiddetto post-2015. Sono 17 i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (Sustainable Development Goals – SDGs) proposti con la “Zero Draft” resa pubblica a Palazzo di vetro dal “Gruppo di Lavoro Aperto” che nei mesi scorsi ha elaborato la bozza di testo che ora passa alla discussione degli Stati membri ONU e ai commenti, alle integrazioni e suggerimenti delle tante Organizzazioni di Società Civile che seguono questo percorso. Decisiva sarà l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite che si terrà in autunno a New York, ma, come noto, a tal fine conterà molto l’impegno e il lavoro che si svolgerà in questi prossimi mesi soprattutto nelle varie sessioni negoziali nelle quali la società civile sarà consultata.
Alla presentazione della Zero Draft si sono registrati alcuni primi commenti decisamente più positivi rispetto a quelli che 14 anni fa caratterizzarono la presentazione della Bozza relativa agli Obiettivi per il 2015. Allora, infatti, la modesta ambizione degli impegni e, soprattutto, l’assenza di ogni riferimento alle cause profonde della fame e della povertà avevano immediatamente suscitato le reazioni di una buona parte della società civile e dello stesso Special Rapporteur per il diritto al cibo Olivier de Schutter. Fortunatamente la Bozza proposta per i nuovi SDGs , sembrerebbe aver recepito quelle critiche. Così, ad esempio, la lotta alla fame viene finalmente orientata alla totale eradicazione di questo persistente scandalo non accontentandosi più del suo solo dimezzamento considerando a tal fine decisivo sostenere i piccoli produttori agricoli di tutto il pianeta, incrementare gli aiuti internazionali e gli investimenti in agricoltura drammaticamente calati negli ultimi anni. Ancora nel 2012, la tendenza decrescente delle risorse destinate al comparto agricolo è ulteriormente calata, in termini reali, del 4%.
A questo primo positivo passo in avanti, però, occorre rapidamente aggiungere ciò che uno dei Direttori Aggiunti della FAO, Jomo Sundaram, ha riconosciuto come la sfida più importante: l’introduzione di indicatori facilmente misurabili nel tempo per evitare che, come per gli MDGs, l’efficacia delle azioni per il raggiungimento dei nuovi Obiettivi sia interpretabile soggettivamente e lasci di nuovo il passo alla retorica positivista del disimpegno degli Stati.
Il coinvolgimento della società civile nelle prossime tappe del percorso sarà decisivo. La Zero draft lo fortunatamente lo prevede. Da oggi in poi, cogliere questa opportunità uscendo dal ripiegamento nell’affannosa ricerca di risorse e gestione di progetti deve essere tra le priorità di lavoro di tutte le ONG.
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