Famiglia

Scusi, ma lei parla italiano?

di Cristina Nespoli

In questi giorni, di spunti per il blog ne avrei a iosa: il reality dei personaggi  famosi  nei campi profughi (sigh) oppure, clamoroso, il quiz tv in Pakistan che ha messo in palio come premio un neonato abbandonato (doppio sigh!) ma, sarò di parte, e vado sulla proposta di scegliere Balotelli  quale testimonial contro il razzismo.

Mi piace la ministro Kyenge: ha sufficiente senso dell’umorismo e molta capacità di non fermarsi alle apparenze, con un pazienza ammirevole. Ed ha ragione quando sottolinea che gli insulti razzisti sminuiscono l’immagine del nostro Paese. Ma da noi è ancora raro vedere impiegati pubblici o carabinieri di colore figuriamoci che impressione fa un ministro …  cambierà, che piaccia o no cambierà. E sarebbe molto meglio che il cambiamento fosse pensato, accompagnato, riflettuto piuttosto che subìto e non compreso … e quindi ben venga Balotelli!

Confesso che anche io ho avuto un attimo di spiazzamento perché questo giovane sportivo ha un’immagine ribelle, intemperante, non proprio l’equilibrio fatta persona, ma è pur vero, come afferma la Ministro, che ha coraggio da vendere, che subisce una pressione mediatica raramente positiva spesso morbosa, e che la sua storia dimostra che puoi veramente arrivare in alto anche se parti non in vantaggio sulla vita.

E non ce la faccio a non farmelo stare simpatico: una vita in bilico, con le istituzioni che non hanno avuto il coraggio che ha invece avuto lui e la sua bella famiglia affidataria/adottiva … l’ho detto prima, sono di parte!

Almeno si è aperto un dibattito, speriamo di durata limitata e costruttivo, sul diritto di cittadinanza, l’immigrazione e il razzismo, così magari a forza di parlarne le mie figlie un po’ colorate la finiranno di trovarsi l’idiota di turno che chiede loro se sanno parlare italiano, idiota al quale rispondere, con tutta l’educazione e la cortesia delle quali sono capaci e magari utilizzando il congiuntivo  “scusi, ma da cosa deduce che io non lo sappia parlare?”… disse mia figlia ThiThi ammiccando al suo papà dietro di lei “perché” come sottolineò “lui non sembra propriamente cinese …”

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