Politica
Scuole, nidi e colonie il welfare locale è rimasto a secco
Giù gli investimenti di Comunità montane e Province
Risorse in calo anche nei Comuni con più di 20mila abitanti. Borghi (Uncem): «Cominciamo già a chiudere i servizi, senza che siano sostituiti» E se la strategia fosse quella di affamarli prima di eliminarle o riordinarle? L’ultima parola sul destino delle Comunità montane e delle Province spetterà al Senato. Sarà Palazzo Madama, dopo il sì alla Carta delle Autonomie pronunciato il 30 giugno scorso dalla Camera, a confermare la soppressione delle Comunità montane e la riscrittura delle funzioni delle Province (è saltata invece la riduzione di quelle più piccole). Il sospetto, tuttavia, che il governo miri a indebolirle per indurle a più miti consigli si fa meno peregrino se si prendono in esame gli ultimi dati della Ragioneria Generale dello Stato sui mutui contratti dagli enti territoriali per il finanziamento degli investimenti.
Nel biennio 2007-2008, in particolare, i mutui concessi per il welfare locale sono crollati nelle Comunità montane dell’89,2% (-2,7 milioni di euro) e nelle Province del 42,5% (-81,8 milioni). Se insomma la tesi del “taglio dei viveri” regge, la starebbero pagando le opere per le categorie più deboli: minori, studenti, anziani. La riduzione dei mutui contratti per l’edilizia sociale è in calo anche nei Comuni con più di 20mila abitanti (-45%) mentre è in crescita del 33,1% nei paesini con meno di 20mila abitanti e del 20,8% nelle città capoluogo.
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