Cultura
Scuole materne: sindacati denunciano emergenza
In Emilia Romagna le situazioni di maggior disagio
Investire parte dei fondi che lo Stato eroga alle scuole comunali dell’infanzia per aumentare le sezioni, stop alla loro statalizzazione, e finanziamenti degli Enti locali alle scuole statali per dare il via alle assunzioni di nuovi insegnanti.
Sono questi i tre punti centrali che, secondo Cgil Cisl Uil dell’Emilia Romagna, dovrebbero caratterizzare un piano condiviso da Enti locali, Regione e Provincia per affrontare ”l’emergenza” scuola dell’infanzia. Secondo i sindacati confederali sono 100 le sezioni di scuola statale e comunale che servono per soddisfare le richieste di 2.500 famiglie e 200 gli insegnanti mancanti (due per ogni sezione). ‘
‘A questi numeri si devono aggiungere – spiega il segretario regionale Cgil scuola Claudio Cattini – 63 docenti per il passaggio di 63 sezioni da tempo parziale a tempo normale, 20 insegnati di sostegno e 50 tra educatori e personale tecnico amministrativo”. ”Le 2500 famiglie – continua Cattini – sono quelle che avevano fatto richiesta (non soddisfatta) di iscrivere i propri figli alle scuole statali o comunali dell’Emilia Romagna.
Molti genitori hanno dovuto cosi’ rivolgersi alle scuole private. In tutta la Regione sono ancora 500 le famiglie in condizioni ‘disperate’, escluse cioe’ sia dagli istituti pubblici che da quelli privati”
L’appello dei sindacati e’ rivolto agli Enti locali ”visto che – dice il segretario regionale della Cisl scuola Lamberto Benini- il Governo non ha la volonta’ di aumentare il numero dei docenti statali”. ”Ogni anno – spiega Cattini – lo Stato finanzia con 10 milioni di euro le scuole pubbliche per l’infanzia. Parte di questi soldi, che forse in passato sono stati destinati anche ad altri settori, devono servire per fare nuovi investimenti. Per fare nascere nuove sezioni scolastiche, ed assumere nuovi docenti”. Cgil, Cisl e Uil chiedono a Comuni, Provincia e Regione di trovare una strategia comune per affrontare ”in rete” il problema della scuola per l’infanzia. ”E’ importante che gli Enti locali – dice Cattini – possano finanziare le scuole statali presenti sul territorio. A Pianoro, ad esempio, non ci sono scuole comunali. Per aumentare il numero delle sezioni e’ molto meno costoso finanziare quelle statali, gia’ esistenti invece che creare strutture ex novo. Ultimo monito di Cgil, Cisl e Uil: stop alle statalizzazioni delle scuole comunali. ”Spostare le scuole da comunali a statali e’ come fare il gioco delle tre carte – continua Cattini – e non serve ad aumentare l’offerta perche’ il numero totale delle sezioni rimane uguale”.
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