L'istruzione che cambia

Scuole innovative, a Modena lezioni di democrazia

La scuola secondaria di primo grado “Piersanti Mattarella” di Modena da quasi dieci anni, oltre ad aver aderito alla rete Dada, ha avviato progetti innovativi che consentono ai ragazzi di esprimere la loro creatività. Dalla Radio Matta, che trasmette podcast e musica digitale prodotta dai ragazzi durante i laboratori scolastici, ai canali Marghe Tv e YouTube. Tra i banchi di scuola si sperimenta anche la democrazia con le attività del Senato Mattarella, un’organizzazione studentesca che dà voce ufficialmente ai ragazzi

di Rossana Certini

Non c’è un metodo ma ci sono i ragazzi. Queste le parole d’ordine alla base della rivoluzione educativa messa in atto dalla scuola secondaria di primo grado “Piersanti Mattarella” inserita nell’Istituto comprensivo 3 di Modena.

Mettere al centro gli studenti vuol dire comprendere che durante i tre anni di scuola media sono in una fase di profondi cambiamenti dovuti alla crescita. Hanno bisogno di spazi e di far vedere chi sono e che cosa sanno fare. Per tutto questo la scuola Mattarella ha puntato sulla didattica collaborativa rifuggendo da quella della competizione. L’obiettivo è dare salde radici agli studenti piuttosto che spingerli a essere l’uno contro l’altro.

Scuola secondaria di primo grado Piersanti Mattarella di Modena (foto scuola Mattarella)

«I nostri insegnanti lavorano su autonomia e relazione», spiega il dirigente scolastico Daniele Barca, «abbiamo creato i dipartimenti, uno per ogni materia e insegnante. In questo modo i ragazzi si muovono nella scuola per raggiungere l’aula della lezione. Al piano terra ci sono i dipartimenti umanistici al secondo quelli scientifici e linguistici. Questa scelta ha fatto sentire i ragazzi parte della scuola e ha avuto un effetto positivo su tutto il personale che in questo modo sente che gli studenti non sono solo parte di una classe».

La secondaria di primo grado Mattarella, oltre ad aver aderito alla rete Dada – Didattiche per ambienti di apprendimento, ha scelto di dotare ogni studente di un chromebook che è usato per le lezioni in classe e si affianca ai libri di testo che non si portano a scuola ma si utilizzano per gli approfondimenti a casa.

«La chiamiamo didattica attiva perché da noi si impara facendo», prosegue il professor Francesco Tinelli, «l’obiettivo è di coltivare i talenti, le competenze creative e il benessere psico fisico dei nostri ragazzi. Puntiamo sulla formazione di una coscienza digitale. Sappiamo che sull’uso della tecnologia a scuola c’è un grosso dibattito tra chi è pro e chi è contro. Per questo cerchiamo di sviluppare negli studenti un uso critico del digitale insegnando loro che è una grossa risorsa se adoperato con responsabilità».

Studenti durante un’attività di ricerca libera (foto scuola Mattarella)

Può capitare, per esempio, che nell’ora di italiano i ragazzi possano ritrovarsi a scrivere con carta e penna un tema su Niccolò Machiavelli. Il docente passa tra i banchi e interviene su ogni singolo studente in base alla difficoltà che intercetta, in questo modo guida ogni ragazzo in maniera personalizzata. Poi si passa all’uso del chromebook con cui si inizia una ricerca web sul pensiero del filosofo e si usano documenti condivisi che permettono non solo un lavoro di gruppo tra gli studenti ma, anche, l’immediato intervento del docente che può correggere, implementare e guidare tutto il gruppo.

Le Steam’s sisters, i laboratori multidisciplinari

Per avvicinare maggiormente i ragazzi alla scuola ma, nello stesso tempo, far entrare il territorio nell’istituzione sono state create le Steam’s sisters, cinque laboratori multidisciplinari che coinvolgono docenti, esperti esterni e insegnanti di sostegno che lavorano con porzioni intere di classe.

Lucy, è il laboratorio sperimentale sull’intelligenza artificiale. Maia è lo spazio dove si lavora sui temi della transizione ecologica. Frida è il laboratorio delle immagini e dei suoni, analogici e digitali, reali e virtuali. Mary è il percorso multidisciplinare e inclusivo di tutoraggio degli apprendimenti. E, infine, Marghe per approfondire i linguaggi del pensiero umanistico, delle lingue veicolari, della storia e della geografia.


«Sono dei laboratori pomeridiani in orario curricolare», prosegue Tinelli, «al loro interno i ragazzi sperimentano le loro passioni, i loro talenti e le loro potenzialità. È nata in questi spazi, per esempio, la nostra Radio Matta che trasmette podcast e musica digitale prodotta dai ragazzi durante i laboratori, ma anche i canali Marghe Tv e YouTube».

Lo spazio Leo – Learning expression on the job

Inoltre l’istituto ha trasformato l’aula magna nello spazio Leo, acronimo di Learning expression on the job. Un luogo di sperimentazione, collaborazione e innovazione didattica per costruire una scuola creativa, curiosa e multidisciplinare. Un grande ambiente a servizio di tutto il comprensivo. Uno spazio esperienziale con dei laboratori flessibili che spostandosi creano configurazioni diverse. L’architetto Francesco Bombardi, che lo ha progettato, ha realizzato delle grandi zattere tematiche, piattaforme su ruote di quattro metri per quatro, dove è possibile svolgere laboratori di biofood; di video, audio, web radio e tv oppure di robotica.

Lo spazio Leo – Learning expression on the job (foto scuola Mattarella)

Il Senato Mattarella

«Sperimentiamo anche la democrazia», prosegue Tinelli, «attraverso il Senato Mattarella, un’organizzazione studentesca che dà voce ufficialmente ai ragazzi che in questo modo collaborano fattivamente a quanto si realizza ogni giorno nella nostra scuola. Il 23 maggio 2018, dopo regolari elezioni, si è insediato il primo Senato. Da allora le elezioni si ripetono ogni anno per eleggere due senatori per classe che restano in carica a vita. C’è una vera e propria campagna elettorale con tanto di discorso programmatico tenuto di fronte ai compagni in momenti strutturati e in contemporanea in tutte le classi. In questo modo aiutiamo i ragazzi a coltivare la partecipazione, a vivere in una comunità di cui ci si sente parte responsabile e ad agire in prima persona imparando a dialogare e mediare».

Come spiega la professoressa Ileana Culmone: «anche sul fronte della valutazione la scuola Mattarella ha scelto una strada nuova. Non pubblichiamo i voti sul registro elettronico che serve solo per le assenze, la pagella e i colloqui. Non abbiamo i voti numerici, se non in pagella finale, e per questo motivo non facciamo medie matematiche ma diamo opportunità di crescita a tutti. Anche lo studente partecipa alla valutazione, interrogandosi su cosa e come ha appreso. Crediamo che non si impara dalle verifiche ma vivendo la scuola come appartenenza».

Lo spazio Leo – Learning expression on the job (foto scuola Mattarella)

Una scuola così organizzata ha però bisogno di un patto di co-responsabilità con le famiglie che vengono informate fin dagli open day sulle linee educative scelte dall’istituto. Sanno, per esempio, che non sono previste note ma un dialogo educativo di corresponsabilità. Sono previste le sospensioni, come da norma, ma per realizzare lavori socialmente utili a riparazione dei danni.

«La scuola Mattarella si accetta e si vive», scrive il dirigente Daniele Barca nella lettera ai genitori pubblicata sul sito ufficiale della scuola, «da anni do risposte a tutti sul perché delle cose. Dietro ogni scelta c’è un motivo pensato e ripensato che attiene alla didattica, competenza esclusiva dei docenti. Collaboriamo per la crescita dei ragazzi. Se c’è quella, vedrete che anche loro apprenderanno di più e meglio. In sostanza teniamo alle relazioni e all’autonomia perché queste portano agli apprendimenti».

In apertura alcuni studenti durente un lavoro di gruppo in aula (foto scuola Mattarella)

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