Mondo
Scuole e strade, l’America made in usa di Obama
Che cosa prevede lo "stimulus package" del nuovo presidente
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La Casa Bianca ha deciso di quasi triplicare gli stanziamenti per l’istruzione. E mette 100 miliardi sulle infrastrutture.
Ma con imprese a stelle e strisce… Strade, scuole, sanità: riparte da qui la presidenza Obama, per rimettere insieme i pezzi di un’America travolta dal ciclone della crisi economica. A poco più di due settimane dal suo insediamento e dopo una serie di importanti misure già prese (dalla sospensione dei processi di Guantanamo all’invio di nuovi osservatori in Israele e Palestina, dal tetto alle emissioni delle automobili al messaggio ai musulmani), Obama affida le speranze della sua presidenza ad uno “stimulus package” da oltre 800 miliardi di dollari che promette di rilanciare l’economia ma anche di dare sollievo a chi è in difficoltà.
Come prevedibile, se la prima parte dello “stimulus package” ha trovato molte voci favorevoli sia tra gli economisti che tra i politici, la seconda ha già generato non pochi dissapori. I repubblicani, che minacciano di non far passare la legge in Senato, lamentano una crescita eccessiva della spesa pubblica. Ma se da un lato Obama cerca l’appoggio bipartisan, dall’altro fa la voce grossa e richiama il Congresso alla responsabilità: la crisi economica minaccia di generare un’ondata di 10 milioni di nuovi poveri, rimasti senza paracadute visto che molti Stati hanno già tagliato drasticamente i fondi per il sociale. Se lo “stimulus package” dovesse passare senza profonde modifiche, il presidente potrebbe dire di aver compiuto una prima “rivoluzione silenziosa” in tema di sanità. Dopo aver approvato proprio nei giorni scorsi la copertura per quattro milioni di bambini (su cui Bush per due volte aveva posto il veto), la nuova amministrazione inserisce ora nello “stimulus package” altri 127 miliardi di dollari per l’health care; 100 miliardi di questi saranno usati per incrementare i fondi a Medicaid, il programma di assicurazione sanitaria per le famiglie meno abbienti, che amplierà temporaneamente il numero degli assistiti per coprire i milioni di cittadini e loro famiglie che hanno perso il lavoro.
All’ormai obsoleto sistema di strade, ponti e gallerie, il piano di Obama dedica quasi 100 miliardi di dollari; per rendere più efficiente la misura, c’è anche l’ipotesi di imporre alle imprese che realizzeranno i lavori il solo uso di prodotti “made in Usa” ma, come prevedibile, Obama si è già scontrato con le accuse di protezionismo da parte di Europa e Asia. Altri 32 miliardi di dollari sono poi destinati migliorare l’efficienza della rete energetica americana e 16 sono invece per estendere la banda larga.
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