Formazione
Scuole Aperte, la sussidiarietà si fa concreta
Su VITA continua la riflessione attorno alle scuole aperte, con un'intervista a Andrea Ichino. Intanto i territori si muovono: il 22 marzo a Roma alla scuola Di Donato si condivideranno delle esperienze-pilota, perché questa è una vera esperienza di sussidirietà realizzata
Si chiama “Scuole aperte, un modello sostenibile” il convegno organizzato per il 22 marzo dai genitori dell’Associazione Scuola Di Donato (via Bixio 83, Roma), con il patrocinio del Comune di Roma. L’obiettivo è dare strumenti pratici alla sussidiarietà, perché «senza nuove regole e regolamenti per una gestione dei beni comuni aperta ai cittadini la “scuola aperta” resta un’anomalia»: così Gianluca Cantisani, rappresentante dell’associazione di genitori spiega la ragione della loro iniziativa.
Nel corso della giornata oltre ai genitori della Di Donato (in questo video la loro storia) racconteranno la loro esperienza alcune altre scuole d’Italia (da Torino a Senigallia, ad esempio), che stanno sperimentando modelli diversi di “scuole aperte”, ovvero scuole che vivono ben oltre il tradizionale orario delle lezioni, piene di attività, corsi, proposte per i bambini e gli adolescenti ma anche per tutti i cittadini del territorio. Interverrà anche Gregorio Arena, professore di diritto amministrativo all’Università di Trento e presidente di Labsus: a febbraio insieme alla Giunta del Comune di Bologna ha presentato un regolamento comunale intitolato “Regolamento sulla collaborazione fra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani”, al cui interno è citata anche la scuola ma non ancora come "luogo" da curare. Roma e Milano invece stanno lavorando nella direzione di "regolamenti d'uso" dedicati alle scuole (su VITA in edicola le interviste agli assessori Cattoi e Bisconti), mentre – spiega Cantisani – il Municipio I di Roma, cui appartiene la scuola Di Donato, un regolamento già ce l’ha. «Quel che è successo alla Di Donato resta un’anomalia non un modello se si risolve il rapporto fra la pubblica amministrazione e i cittadini. La sussidiarietà esiste sulla carta da anni, ma la carta non dice il “come” farla: finalmente le amministrazioni stanno iniziando a pensarci. Anche se spesso, diciamocelo, a muoverle è la molla della riduzione della spesa».
Di scuole che si sono attivate e mosse ce ne sono parecchie, a volte con i genitori come protagonisti, altre con i professori che il pomeriggio tengono aperta la scuola come volontari: stanno iniziando a convergere. «Un modello non c’è, quel che c’è da fare ora è liberare la scuola, diffondere il principio di sussidiarietà e mettere a disposizione alcuni strumenti pratici. Ci sono presidi ostili all’idea perché hanno paura e contro la paura puoi fare poco, ma altri che se avessero un regolamento e un’assicurazione partirebbero», spiega Cantisani. Lui è anche presidente di MoVi Lazio, sezione regionale del movimento di volontariato fondato da Luciano Tavazza, che nel 2012 ha lanciato il documento “Strade nuove per l’Italia”: la seconda strada che hanno immaginato è quella di riappropriarsi dei beni comuni e l’azione concreta che avevano individuato come priorità era proprio la cura delle scuole, poiché «la gestione degli edifici scolastici negli orari in cui non sono utilizzati per l’attività didattica, facendone luoghi di animazione dei quartieri, di educazione non formale, di aggregazione sociale, di integrazione fra culture diverse, di proposta culturale, ecc. può contribuire anche a riportare la scuola al centro dell’interesse di tutta la comunità, a superarne una visione individualistica e competitiva, a rilanciare l’impegno per la tutela del diritto all’istruzione pubblica.Concretamente quindi vogliamo favorire una rete nazionale di esperienze di gestione civica delle scuole in orario extra-scolastico, attraverso la nascita di associazioni di genitori, animate dai gruppi di volontariato».
Su VITA in edicola continua la riflessione attorno alle scuole aperte, con un'intervista a Andrea Ichino, autore del libro Liberiamo la scuola, dal titolo "Liberate la scuola dal suo vaso".
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