Politica
Scuole aperte, digitale e seconda lingua a livello C1: gli obiettivi del PON 2014/2020
Il Ministro Stefania Giannini ha presentato il Programma operativo nazionale 2014-2020, finanziato con 3 milardi da fondi strutturali europei. «Complessivamente nei prossimi 7 anni avremo quasi 20 miliardi in più per la scuola, di cui 1 sul digitale», ha detto il Ministro
Il Ministro Stefania Giannini presenta questa mattina il Programma operativo nazionale (Pon) 2014-2020 "Per la scuola – Competenze e ambienti per l'apprendimento", finanziato con i fondi strutturali europei (in allegato).
«Il nostro è tra i PON nazionali con maggiore immediatezza di ricaduta, lo dimostrano le scuole che avete incontrato, che hanno usufruito dei PON 2007/13», ha detto aprendo i lavori Sabrina Bono, Capo Dipartimento per la programmazione e la gestione delle risorse umane, finanziarie e strumentali del Miur. Ha parlato di «risultati strabilianti» dal punto di vista quantitativo «ma anche eccellenti sul piano qualitativo e dei risultati raggiunti»: nelle 4 regioni dell’obiettivo convergenza sono state coinvolte il 95% delle scuole, con più di 2,7 milioni di studenti e 534mila docenti, 160mila adulti impegnati nella educazione degli adulti. «Sono numeri che non possono farci prendere sul serio la nuova sfida che ci attende. Anche perché questa volta non parliamo più di quattro regioni ma di tutto il territorio nazionale, con policies che diventano un affiancamento alle politiche nazionali».
I numeri del PON: un budget complessivo di più di 3 miliardi di euro, di cui 2,2 dal FSE e 800milioni dal FESR, quindi dedicate al miglioramento delle strutture delle scuole, di natura infrastrutturale. «C’è grande attesa da parte nostra e delle scuole, basti pensare che il primo bando PON uscito ha visto partecipare 6mila scuole italiane su poco più di 8mila», ha continuato Bono (si tratta dell'avviso per la realizzazione o adeguamento della rete LAN/WLAN, ndr).
Al Miur la squadra che segue i PON è tutta rosa – ha detto il ministro Stefania Giannini – citando i nomi di Sabrina Bono, Simona Montesarchio e Annamaria Leuzzi. Ai 3 miliardi si aggiungono i 16 miliardi della legge La Buona Scuola approvata a luglio: «non li avevamo mai misurati nello sviluppo diacronico dei prossimi sette anni, ma significa che abbiamo complessivamente quasi 20 miliardi in più per fare politiche nazionali importanti sulla scuola, focalizzando obiettivi precisi», ha detto Giannini.
Il metodo? «Sono appena stata a Seul con l’OCSE: stiamo adottando quello che l’ex primo ministro finlandese lì ha indicato come metodo, Osservare Orientare Decidere Agire. «Oltre all’efficienza noi dobbiamo puntare all’efficacia: è una distinzione di obiettivo politico, significa avere obiettivi, monitorare l’avanzamento e alla fine misurare quanto si è raggiunto», ha detto il Ministro. Gli obiettivi del PON «li possiamo dividere in due macro-aree: la dimensione software del progetto PON, che riguarda apprendimento degli studenti e le differenti modalità a cui si insegna a differenti alunni e i diversi mondi a cui si rivolge la scuola». Nel dettaglio il ministro ha parlato di competenze specialistiche, soprattutto sull’area STEM (scienze, tecnologie, matematica); competenze linguistiche, «con almeno una seconda lingua che sia parlata con fluidità, diciamo al livello C1, è un passaporto per la vita»; soft skills trasversali, come lavorare in team, relazionarsi gli altri, «quelle qualità che rientrano nell’alternanza scuola lavoro». Un obiettivo – ha detto esplicitamente il Ministro – sono anche le «Scuole Aperte: con questi finanziamenti avremo scuole aperte in orari non tradizionali» e aperte al territorio, nell’ottica fondamentale di un «lifelong learning».
Il Ministro ha infine ricordato il Piano nazionale scuole digitali, che verrà presentato settimana prossima: la legge 107 ci ha messo 100 milioni di euro all’anno, guardando nel complesso a finanziamenti nazionali e finanziamenti del PON, questa azione avrà «1 miliardo di euro nei prossimi sette anni».
Il PON (Programma Operativo Nazionale ) è uno strumento che dà alle scuole italiane la possibilità di accedere alle risorse dei Fondi Strutturali Europei (Fondo sociale europeo-FSE e FESR-Fondo Europeo di Sviluppo Regionale) – quindi risorse aggiuntive rispetto a quelle rese disponibili dal Governo – con l’obiettivo di migliorare il sistema nel suo complesso. Il PON va a definire tramite assi ed azioni le aree particolari di utilizzo dei Fondi Strutturali Europei, su un arco temporale di sette anni: per questo PON parliamo degli anni 2014/2020. Le scuole partecipano al PON a seguito di bandi diffusi dal MIUR.
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