Educazione

Scuole aperte d’estate, Valditara stanzia 400 milioni

L'idea nata nella prima estate dopo il Covid per "ricucire" i tempi e arginare il learning loss è ormai diventata strutturale: torna il Piano Estate, con 400 milioni sui prossimi due anni

di Sara De Carli

sport scuola

Torna il Piano Estate, quello per tenere aperte le scuole nei mesi estivi con attività ricreative, sport, laboratori o attività di potenziamento. «Lo avevamo promesso e ora, anche grazie a un incremento sostanzioso dei fondi, siamo in grado di mettere in campo un Piano Estate ampliato e rinnovato», dice il ministro Giuseppe Valditara. «Il nostro obiettivo è una scuola che sia punto di riferimento per gli studenti e per le famiglie anche d’estate, ricorrendo a tutte le sinergie positive possibili, dagli enti locali alle associazioni del Terzo settore. Una scuola che sia sempre più un luogo aperto, parte integrante della comunità per tutto l’anno, realizzando attività di aggregazione e formazione soprattutto per i bambini e i ragazzi che, in estate, non possono contare su altre esperienze di arricchimento personale e di crescita a causa delle esigenze lavorative dei genitori o di particolari situazioni familiari».

Il decreto interessa gli anni scolastici 2023/24 e 2024/25, è destinato alle scuole primarie e secondarie statali e paritarie non commerciali e stanzia 400 milioni di euro, 80 milioni in più rispetto al precedente biennio: potranno essere coinvolti tra 800 mila e 1,3 milioni di studenti, per 1,7 milioni di ore aggiuntive di attività. I 400 milioni fanno capo al Programma nazionale “Scuola e competenze 2021-2027”, ma le scuole per i progetti estivi potranno in aggiunta attingere anche ai 750 milioni del Pnrr per il contrasto alla dispersione scolastica e il superamento dei divari territoriali e ai 600 milioni sempre del Pnrr per azioni di potenziamento delle competenze STEM. Le scuole potranno arricchire l’offerta del Piano Estate, singolarmente o in rete tra loro, grazie alle alleanze tra la scuola e il territorio, gli enti locali, le comunità locali, le Università, le associazioni sportive, le organizzazioni di volontariato e del Terzo settore, nonché attraverso il coinvolgimento attivo delle famiglie e delle loro associazioni.

Il Piano Estate debuttò nel 2021, dopo il Covid. Il ministro Patrizio Bianchi mise a disposizione quasi 520 milioni di euro (per un solo anno). I tempi quell’anno furono strettissimi, ma poi la cosa divenne strutturale: anche se i progetti alla fin fine in questi anni sono sempre stati spalmati ben oltre l’estate. «Il Piano Scuola Estate si misurerà non solo sulla capacità del sistema di attivarsi ma soprattutto sulla qualità dell’inclusione dei soggetti che parteciperanno. Questo Piano è qualcosa che potrà avere speranza se si dice subito che non finisce qua: questa è una politica che prova a disegnare l’inizio del “dopo”», scrivemmo. «Il ruolo del Terzo settore non è fare il gestore ma mettere in campo una natura diversa di beni e servizi educativi: non fare cose sociali, ma ambire a farle in maniera relazionale».

Di un nuovo Piano Estate Valditara aveva parlato già a settembre. «Dal 2024 poi con il Piano estate le scuole saranno aperte per ripasso, sport, lingue, musica. L’adesione per studenti e docenti sarà volontaria». Il Piano Estate doveva «dare ai figli delle famiglie di lavoratori durante il periodo estivo la possibilità di non perdere il punto di riferimento fondamentale che è la scuola». «Ovviamente i ragazzi non dovranno studiare – aveva precisato a La Stampa – ma avranno a disposizione un luogo ricreativo dove potranno divertirsi in modo sano con attività sportive, teatrali, di approfondimento e anche di recupero. Il coinvolgimento di docenti e studenti sarà volontario e utilizzeremo la collaborazione di associazioni del terzo settore e di universitari». L’impegno per realizzare queste azioni? «Ho deciso di destinare almeno un miliardo di euro».

Foto di Marina Matusevich su Unsplash

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