Politica

ScuolaAlCentro, fine della discriminazione: le paritarie citate nel bando

Dal Miur arriva un chiarimento circa l'esclusione delle paritarie dal bando da 240 milioni di euro per l'apertura pomeridiana delle scuole. La nota 12384 proroga al 14 novembre 2016 i termini per la presentazione dei progetti e cita esplicitamente le scuole di cui alla legge 62/2000: possono partecipare con un progetto autonomo, in collaborazione con un istituto statale

di Sara De Carli

ScuolaAlCentro, anche le scuole paritarie possono partecipare al bando. Il Ministero infatti ha pubblicato la nota 12384 con data 25 ottobre, che proroga al 14 novembre 2016 i termini per la presentazione dei progetti e dà dei chiarimenti rispetto al precedente avviso (il 10862 del 16 settembre 2016): ora la nota cita esplicitamente anche le «istituzioni scolastiche paritarie di cui alla legge n. 62/2000». ScuolaAlCentro è un’iniziativa finanziata dal Fondo Sociale Europeo nell'ambito del Programma Operativo Nazionale 2014-2020, che prevede l’apertura pomeridiana delle scuole per attività di contrasto alla dispersione scolastica e volte a favorire l'inclusione sociale: saranno circa 6mila i progetti finanziati.

Il problema qual era? Che il bando da 240 milioni di euro per l’apertura pomeridiana delle scuole citava solo le istituzioni statali e gli studenti di scuole statali come beneficiari. Il Forum delle Associazioni Familiari aveva immediatamente sollevato la questione, parlando di «strabismo» del Ministero, che «considera “scuole” solo quelle statali, pur riconoscendo lo svolgimento della funzione scolastica a quelle paritarie». Ora la nuova nota chiarisce che ciascuna istituzione scolastica ed educativa può proporre il proprio progetto anche in collaborazione con altre realtà del territorio e che questa collaborazione può riguardare a) altre istituzioni scolastiche ed educative statali; b) le istituzioni scolastiche paritarie di cui alla legge n. 62/2000; c) ulteriori attori del territorio, quali – a titolo esemplificativo – enti pubblici e locali, associazioni, fondazioni, centri di ricerca, università, soggetti del privato sociale, centri di formazione professionale. In caso di collaborazione tra scuole, ciascuna scuola deve candidare il proprio progetto autonomamente.

Nella sostanza si conferma ciò che il Ministero già aveva spiegato a Vita.it: «nessuna svista, stiamo semplicemente seguendo le regole. Le scuole paritarie nel caso dei fondi PON, secondo l'accordo di partenariato, non possono essere beneficiarie dirette ma possono partecipare in rete con le scuole statali». E tuttavia le parole contano.

Perché con quelle poche righe «si fa una volta per tutte chiarezza e si concretizza la legge 62 del 2000 la quale afferma che il sistema nazionale di istruzione è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali», afferma Maria Grazia Colombo, vicepresidente del Forum delle associazioni familiari. La possibilità di collaborazione per le scuole paritarie, insomma, c’era anche prima, con le paritarie che potevano rientrare negli «altri attori del territorio» che anche la prima versione del bando prevedeva, ma avere una citazione esplicita «consente alle scuole paritarie di presentarsi in modo diverso all’istituzione statale con il loro progetto. Per la scuola e il ministero una scuola paritaria non può essere semplicemente un "altro attore" qualsiasi. Questo è un precedente importante, un passo importante di chiarezza, entro un dibattito che sempre più dovrà giocarsi sul piano giuridico», precisa Colombo. Insomma «non è una battaglia ma un confronto, non è una vittoria contro qualcuno, sia chiaro. Anche perché che il pluralismo è a beneficio di tutti, non di qualcuno».

Foto Remy Gabalda/Getty Images

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