Sostenibilità

Scuola: WWF, attenti a grembiuli e abiti

Controllate le etichette sui capi di abbigliamento per accertare la presenza di agenti chimici, come ad esempio il Teflon

di Redazione

Controllate le etichette sui capi di abbigliamento per accertare la presenza di agenti chimici, come ad esempio il Teflon, e, quando e’ possibile, comprare abiti non sintetici confezionati con fibre naturali come il cotone e il lino. Il consiglio, rivolto ai genitori, e’ del Wwf secondo il quale ”agenti chimici appartenenti alla famiglia dei perfluoroctani perfluorocarburi – afferma l’associazione in un documento reso noto oggi – vengono sempre piu’ frequentemente impiegati per confezionare abiti sintetici, tra cui gli abiti per bambini”. ”Per aumentare la resistenza dei tessuti, i PFCs come, ad esempio, il Teflon – scrive il Wwf – vengono utilizzati nella produzione di grembiuli, pantaloni e gonne facenti parte della uniforme scolastica. Questi capi d’abbigliamento – rileva il Wwf – presentano frequentemente sull’etichetta l’indicazione ‘non stirare”’. Alcuni colori, inoltre, possono contenere Teflon senza che esistano restrizioni sulle quantita’ impiegate. L’uso di agenti chimici ”e’ in continua crescita, e, contemporaneamente, abbiamo segnali preoccupanti che attestano una sempre piu’ frequente e pervasiva contaminazione come il fatti che problemi legati alla salute, sia negli animali che nell’uomo stesso, dell’ambiente e degli stessi esseri umani, siano in aumento”, ha detto Maria Grazia Midulla, responsabile delle campagne internazionali del Wwf Italia in occasione del lancio della campagna ”Sostieni il sostenibile” in 30.000 scuole italiane. ”E’ assolutamente sconsiderato – ha proseguito Midulla – ritenere che potrebbe non esserci alcun legame tra le due cose e concedere agli agenti chimici il beneficio del dubbio. Azioni urgenti sono necessarie per sostituire gli agenti chimici pericolosi con alternative piu’ sicure, specialmente quando parliamo di capi di abbigliamento e di altri prodotti di largo consumo”. I PCFs, spiega quindi il Wwf, sono utilizzati in numerosi prodotti di largo consumo come, ad esempio, pentole anti-aderenti, tappeti, prodotti di pulizia per la casa ed alcuni confezioni per cibicontenitori per alimenti. Oltre ai composti perfluorinatiperfluorati, altri agenti chimici pericolosi sono ancora oggi utilizzati come, sono ad esempio, gli ftalati, i fenoli – come il bisfenolo A – e i brominati (BFRs). Gli ftalati possono essere trovati negli oggetti di plasticanelle plastiche (incluso il PVC), i fenoli nelle scatolette per il cibo e nelle bottiglie di plastica, i BRFs, invece, nei tessuti, nel mobilio e negli elettrodomestici come, ad esempio, televisori e computer. Gli scienziati – rileva ancora il Wwf – hanno trovato composti perfluoroctaniperfluorati, classificati come agenti chimici responsabili di malattie come il cancroagenti cancerogeni dall’Epa, l’Agenzia per l’ambiente americana, in una vasta gamma di specie di esseri viventi come, ad esempio, orsi polari, delfini e balene.


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