Non profit

Scuola, un modello di sussidiarietà per tutto il terzo settore

di Redazione

Il sistema nazionale di istruzione è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli enti locali, come cita la legge 62 del 2000. Questa legge, nello spirito che l’ha promossa, ha precorso la riforma costituzionale del 2001 che ha introdotto, nel Titolo V, l’art. 118 sul principio di sussidiarietà. In sintesi, la legge 62 del 2000 riconosce la valenza pubblica del servizio svolto da soggetti privati e afferma così una verità “tradizionalmente” innovativa: non tutto il pubblico è Stato. Lo Stato ha dei doveri rispetto al sistema scolastico pubblico, soprattutto di promozione e regolazione, ma il sistema scolastico pubblico non coincide con un’articolazione amministrativa statale. La legge 62 rappresenta un’applicazione concreta del principio di sussidiarietà orizzontale che riconosce a soggetti privati sostanzialmente pubblici per missione la libertà e quindi la responsabilità di definire l’orientamento culturale e l’indirizzo pedagogico didattico delle scuole paritarie.
Dello stesso anno è la legge per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali, la 328, che anche se riforma non porta con sé il capitale di prospettiva della legge per il sistema scolastico.
È significativo che il sistema scolastico-educativo, caratterizzato sia da un ruolo importante degli aspetti qualitativi e relazionali di servizio sia dal perseguimento dei principi costituzionali di libertà, utilità e di accessibilità universale, riconosca pienamente il contributo di soggetti privati a funzione pubblica. Scuole paritarie private non come semplice erogatore alternativo, né tantomeno come soggetto ultimo di processi di privatizzazione improntati sullo scambio tra domanda e offerta, ma scuole paritarie private come attore sussidiario di un progetto educativo in armonia con i principi della Costituzione. Vere e proprie “istituzioni scolastiche” pubbliche (non statali).
Se questa impronta venisse pantografata nel sistema di welfare sarebbero chiari i contorni della “rivoluzione” contenuta nel principio di sussidarietà: terzo settore come struttura portante, accanto a Stato e mercato, di un sistema sociale ed economico più giusto, libero e solidale. Invece mai come oggi tutti parlano di sussidiarietà ma questo principio di costruzione non trova spazio nella strutturazione dei rapporti sociali e istituzionali e non riesce ad esprimere il suo portato evolutivo. Le amministrazioni comunali sono, infatti, molto impegnate a costruire nuovi strumenti di gestione diretta: municipalizzate, aziende speciali, società miste. Disconoscendo così nella pratica la promozione e valorizzazione dei modelli di auto-organizzazione dei cittadini.
È quindi importante dire che nella scuola qualcosa sta cambiando per dare forza alle spinte innovative di alcune organizzazioni di terzo settore, come le cooperative sociali, che la sussidiarietà non può essere concessa ma va conquistata con un’azione culturale e dialettica costante e con progettualità correnti.

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