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Scuola sempre più inutile

Dopo le medie, solo licei e istituti tecnici. Con l’appoggio di Bertinotti. Don Bruno Bordignon: «Non me l’aspettavo dagli ex del partito operaio...»

di Carlotta Jesi

Anche se le scuole sono finite il ministro Berlinguer non smette di pensare ai suoi ragazzi. Ma anche questa volta è riuscito a scontentare tutti. Gli studenti italiani, a partire da ottobre ?99, dovranno rimanere a scuola fino all?età di 15 anni e, dopo le medie, dovranno obbligatoriamente andare alle scuole superiori e solo in quelle, non, ad esempio, nei centri di formazione professionale. Questo il succo della nuova riforma scolastica. Il grande imbroglio, come lo ha definito Angelo Panebianco sul Corriere della Sera di lunedì 13 luglio, cioè il braccio di ferro tra scuola e formazione, si conclude con una ?riformetta? che forse accontenta qualcuno (Rifondazione comunista, ad esempio) e sicuramente penalizza i diretti interessati, cioè gli studenti. Ma qualcuno dice no. Don Bruno Bordignon, segretario generale delle scuole salesiane (che per Panebianco, e non solo per lui, offrono i migliori corsi di formazione in Italia) si schiera contro una risoluzione che, ?parcheggiando? i ragazzi sui banchi di scuola senza offrire loro una concreta alternativa di crescita, «separa colpevolmente la teoria dalla pratica ed è completamente priva di una cultura del lavoro, cosa ancor più grave se si pensa che è stata voluta da rappresentanti di ex partiti operai».
Qual è, a suo giudizio, l?obiettivo di questa riforma scolastica?
Questa è solo una mossa del Governo per diminuire le cifre della disoccupazione, ma non è costringendo a studiare ragazzi già poco motivati e quindi ritardandone l?ingresso nel mondo del lavoro che si insegna loro ad essere produttivi, caso mai offrendo loro strumenti per trovare un impiego, come si fa nel resto d?Europa. Il punto è che la scuola italiana, e questa riforma in particolare, si allontana sempre di più dall?idea che l?ha generata, cioé dal concetto umanista di unione tra pensiero e pratica.
Si spieghi meglio…
Il bisogno di istruzione nasce dalla necessità di risolvere problemi pratici, e anche la conoscenza umana si sviluppa applicando la teoria alla realtà. Non si può quindi impedire che ragazzi tra i 14 e i 16 anni verifichino con la pratica l?esattezza di tante competenze acquisite; così, se per il momento una scuola in cui la conoscenza e la realtà hanno lo stesso peso nei programmi rimane un?utopia, togliere ai circa 130 mila giovani che ogni anno decidono di formarsi all?interno di scuola professionali la possibilità di esprimere i loro interessi è davvero una sciocchezza.
Ma perché, secondo lei, si toglie ai giovani la possibilità di scegliere la formazione che ritengono più adatta alle loro esigenze?
Questa, purtroppo, non è una novità per il nostro Stato, che invece di vigilare sulla preparazione dei professori o sui contenuti dei programmi, perde tempo a discriminare tra scuole laiche e cattoliche e pretende di dire ai giovani fra quali scegliere. Chiedetelo a Bertinotti e al ministro Berlinguer perché, soprattutto quando è più facile rimotivare alla formazione attraverso il rapporto con il lavoro piuttosto che con una scuola vissuta come fallimento o esclusione, si vuole togliere proprio ai ragazzi che rischiano di non trovare un lavoro in quanto poco qualificati la possibiltà di scegliere il tipo di formazione che preferiscono.
Quali sarebbero gli effetti di questa riforma, secondo lei?
Per gli adolescenti di alcune province del Nordest e di altre zone del Nord, ad esempio, che ritengono la cultura scolastica un investimento poco vantaggioso per la loro efficacia personale non ci sarebbero benefici; per gli adolescenti del Sud che si allontanano dalla scuola a causa del degrado sociale, della marginalità economica e della poca fiducia nel ruolo che l?educazione scolastica può avere per l?inserimento professionale, non vedo come un altro anno in cui non si acquisiscono competenze specifiche possa giovare; per gli adolescenti che già oggi fanno fatica a terminare o non terminano la scuola media, la frequenza obbligatoria di un altro anno di scuola superiore sarebbe solo un ulteriore trauma; per coloro infine che intendono completare la scuola superiore non sarebbe certo un vantaggio abbassare il livello di istruzione tenendo in classe chi non è interessato a restarci.

Il pianeta Salesiani

Centri di formazione in Italia    14
Corsi di formazione    640
Allievi totali    12 mila
Iscritti a corsi di 1° qualifica    8 mila
Iscritti a corsi post qualifica    1300
Iscritti a corsi post diploma    1400
Corsi di formazione continua    1300
Ore di corso totali    530 mila

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