Politica

Scuola, prove di dialogo

Timidi segnali di apertura del Governo sul fronte scuola e università, dopo le mobilitazioni dei giorni scorsi. Il racconto dei giornali in edicola

di Franco Bomprezzi

Una giornata particolare per la scuola e per l’università, quella di ieri, prontamente registrata, in tutte le sue sfaccettature, dai giornali in edicola. Il primo risultato della protesta è un ripensamento del Governo, e forse l’avvio di una qualche forma di confronto.

 

 

Il blitz degli studenti al politecnico di Milano è il titolo più importante del Corriere della Sera di oggi. L’occasione è stata l’inaugurazione dell’anno accademico nell’aula magna della sede della Bovisa dove quattro ragazzi di Azione universitaria hanno esposto lo striscione: “Voi baroni preoccupati, noi studenti disoccupati”. Replica il rettore dell’istituto Giulio Ballio: «Nel mondo accademico ridurre il finanziamento pubblico significa far morire gli atenei. Se non si terrà conto della produttività degli atenei, se il finanziamento statale non sarà sufficiente vorrà dire che chiuderemo». Un presagio spalleggiato dal governatore Roberto Formigoni che dallo stesso palco del Politecnico ha invitato gli alleati «a un ripensamento» sulla legge 133 definendo «inaccettabili» i tagli indifferenziati. Ballio oltre e più che dalla riduzione dei budget è preoccupato dal blocco del turn over perché fra il 2010 e il 2020 il Politecnico perderà il 40% dei suoi docenti «e come si fa a rinunciare a un’intera generazione di professori?». La Gelmini nel suo messaggio scritto però sembra aprire al dialogo: «È sforzandosi di comprendere e dialogare che riusciremo insieme a impostare le soluzioni migliori per rafforzare le nostre università» anche se comunque «bisogna metter mano a riforme non di facciata». Intanto appare ormai certo che quello che doveva essere un decreto verrà tramutato in un disegno di legge, aperto quindi al confronto parlamentare.

Ieri la protesta oltre che Milano ha toccato l’università di Roma Tor Vergata dove gli studenti del collettivo “Lavori in corso” hanno accolto il vicecapogruppo alla Camera per il pdl Italo Bocchino con questo striscione: “Fantozzi alle Finanze, Manganelli alla Polizia, Bocchino all’università, ma chi ci sta a governà?”.

Repubblica riserva al caos in accademia due pagine, la 14 e la 15. Quattro studenti sono stati denunciati per aver picchettato davanti all’ex magistrale Agnesi. Sono indagati per interruzione di pubblico servizio. Due brevi: “Sputi all’auto di Bocchino” (è avvenuto a Roma, davanti alla facoltà di Tor Vergata); “A Pisa gli asini, a Firenze i lavavetri”: gli asini per la lezione di veterinaria; a lavare i vetri oggi saranno i prof del Polo di Scienze sociali. Sul retroscena si concentra Giovanna Casadio: “Ecco il decreto che la Gelmini ha bloccato: «Ora mi prenderò tempo per riflettere», mentre la Gelmini smentisce di aver pensato a un decreto legge per riformare l’università e annuncia appunto una pausa di riflessione (sic!), negli atenei circola la bozza del decreto medesimo. 3 articoli e una decima di commi. In sintesi: blocco dei concorsi per quelle università che spendono oltre il 90% in stipendi, che sarebbero pure esclusi dalla ripartizione dei fondi  relativi al piano straordinario per l’assunzione di ricercatori; i ricercatori che hanno superato concorsi prima dei tagli potrebbero essere assunti (almeno in parte). Riforma anche del concorso universitario e stanziamento per alloggi studenteschi (7 milioni). Sul tempo per riflettere, Veltroni gongola: «Sì al confronto se il governo sospende i tagli» è il titolo del pezzettino che riferisce la posizione del Pd: apertura ma anche presa d’atto del «segnale di forte autocritica»…

Anche La Stampa entra nel merito delle nuove proposte in cantiere: “Un sistema di tagli alle risorse differenziato secondo il merito e la produttività”. Su queste basi proseguirà nei prossimi giorni il lavoro dei tecnici dell’ufficio legislativo del ministero dell’Istruzione per la riforma dell’università. Avranno più fondi gli atenei “virtuosi” in base a parametri come il numero di laureati con la “laurea lunga”, i laureati che hanno trovato lavoro nel giro di un periodo abbastanza breve, il numero di pubblicazioni scientifiche e la capacità di ciascun ateneo di rimanere al di sotto del tetto del 90% dei finanziamenti per stipendi e costi fissi. Sui tempi però si frena: niente decreto legge «è necessaria una riforma ampia, che richiede un confronto in Parlamento» dice Giorgio Stracquadanio, senatore del Pdl. La Stampa evidenzia il fatto che la Lega si sta differenziando nella coalizione di centrodestra: Roberto Calderoli ieri chiedeva un coinvolgimento del leader dell’opposizione Walter Veltroni nella riforma.

Il Sole 24 Ore come è logico va a vedere e fa i conti: nonostante l’attenzione mediatica faccia credere un’altra cosa, le occupazioni nelle università hanno bloccato la didattica solo in due atenei: a Palermo e all’Orientale di Napoli. Nel resto delle università l’anno accademico è partito senza scossoni e le lezioni sono regolari. Intanto però la riforma dell’università fatta solo di tagli non convince neppure alcuni esponenti della maggioranza, Formigoni in testa, che ha chiesto di ripensare la manovra. Cautela sembra essere la parola d’ordine al’interno dell’esecutivo anche perché – ecco qual è il vero problema – pare che i sondaggi siano in calo e quindi urge correre ai ripari. Pesa anche su tutto ciò il fatto che gli studenti di destra «che si sono faticosamente affermati in questi anni all’interno di scuole e università» mandano un messaggio chiaro: colpite i baroni ma non gli studenti e il dirito allo studio. Pare in particolare che il ministro Meloni sia sensibile a queste sollecitazioni e stia lavorando per un ripensamento generale.

Da notare l’editoriale di Mario Giordano, direttore de il Giornale,  che bacchetta il Governo che «della scuola primaria ha fatto in fondo una riforma del grembiulino e che avrebbe dovuto avere un progetto organico per spiegare  i punti di miglioramento della nuova scuola.  A questo Governo gli italiani hanno affidato il compito di procedere a riforme importanti. E’ un’impresa ciclopica che non ammette scivolate o svarioni. E che chiede la stessa  determinazione  mostrata con  le emergenze (rifiuti, Alitalia) ma anche la capacità di spiegarsi al Paese e di coinvolgere la maggioranza degli italiani . Che la scuola serva da lezione». E oggi  si terrà un vertice tra Premier e il ministro Gelmini, come annunciato a pag. 10 dove si dice anche che il Governo «farà interventi selettivi per non colpire i ricercatori». Formigoni: «Ritorno all’efficienza doveroso, ma  le misure contabili  non possono essere  indiscriminate».

“Riforma: in alto mare i decreti “ titola Italia Oggi a pag, 20: in alto mare i decreti attuativi della riforma Gelmini. Si tratta dei decreti a cui tocca dire in concreto dove tagliare i posti ausiliari, tecnici e amministrativi (oltre 44mila) e le cattedre (circa 88 mila) nei prossimi tre anni. Sono i decreti che riducono il tempo prolungato alle medie, riscrivono le superiori e gli istituti tecnici e professionali. La Gelmini però ha le mani legate. Il piano programmatico generale, non ha ancora ricevuto il parere delle commissioni parlamentari competenti. E senza questo parere, i decreti non si possono emanare. Commissioni anche bloccate in attesa di un altro parere, quello delle regioni. I governatori, hanno detto che non ci sarà(nessuna collaborazione  con il governo stante la spada di Damocle del commissariamento prevista dal decreto sulla sanità. Nel caso in cui non dovessero tagliare le piccole scuole entro il prossimo 30 novembre, le regioni saranno commissariate, prevede il decreto. E il rischio di commissariamento è molto alto anche per le regioni di centro destra. Ieri, la Gelmini ha incontrato Fitto per trovare una soluzione. 

Sull’università (pag 4 –5) il manifesto parte dall’inaugurazione dell’anno accademico con contestazioni del Politecnico «Da una parte studenti e ricercatori di sinistra, di destra e di centro. Dall’altra nientemeno che il rettore dell’ateneo, Giulio Ballio, che ieri nel suo discorso ufficiale ha fermamente attaccato le politiche del governo sui tagli, sulla questione dell’autoreferenzialità, sulla fine della ricerca”. Un articolo è anche dedicato alla divisione tra i giovani di Azione Universitaria (formazione di AN) che occupano e contestano cogliendo il dissenso dei giovani di Forza Italia che sottolineano come le motivazioni siano condivisibili ma «il fine non giustifica i mezzi».

 

E inoltre sui quotidiani di oggi:

Elezioni Usa

Il Giornale “Il giorno della verità. L’America cambia?” è il titolo-didascalia della foto di copertina che è il famoso zio Sam che punta il dito versione bianca e colored.  I servizi alle pagine da 2  a 5. un reportage di Marcello Foa inizia in prima pagina ” E la voglia di riscossa contagia gli Usa”. Mentre Maria Giovanna Maglie commenta “Se vince Barack saranno guai” .  A pag. 2  la cronaca con  Barack in apertura (perchè vincente?) e taglio basso McCain, del primo si racconta della morte della nonna, del secondo lo sprint finale. Il Giornale, pag. 3, ricorda che c’è chi dà parità: è l’istituto che, unico, pronosticò la vittoria di Bush. Tra i pezzi segnalo a pag. 4 quello che fa un bilancio della “Campagna elettorale dei primati: la più lunga, la più critica, la più dura”. A pag. 5  foto della copertina di Queer supplemento di Liberazione che ritrae un Veltrack, e che titola “Veltroni giù le mani da Obama”.  Di spalla due testimonianze relative al Medio Oriente: Segre che commenta : “Anche la Palstina urla: Obama insh’Allah”  e Stefano Zurlo : “McCain a noi ebrei dà più garanzie” .

Il manifestoAffida alla matita di Vauro la prima pagina con una caricatura di Bush con una grande “x”  e la scritta “Corsa alla Casa Bianca Il Bush finale”. «Nel giorno delle elezioni i sondaggi sorridono a Barack Obama, che avrebbe da 10 a 13 punti di vantaggio su McCain. Prevista un’affluenza record alle urne, circa il 64% degli americani, che dovrebbe premiare il leader democratico: «Ora tocca alla gente cambiare il paese». Ma oggi è una data storica anche per l’uscita di scena di George W. Bush» si legge nel richiamo che rimanda alle tre pagine interne dedicate alle elezioni americane. In  prima anche il commento di Marco d’Eramo “America oggi” che scrive «Oggi l’America vota. E vota contro la storia. Vota per eleggere un presidente nero in un paese fondato su tre secoli di schiavismo, marcato da un secolo di segregazione, un paese in cui ancora oggi i neri sono oggetto del più grande internamento della storia. Sono il 12% degli statunitensi, ma i l55% dei carcerati». All’interno le tre pagine sulle elezioni Usa sono aperte da una pagina che sembra una seconda copertina: “il giorno del giudizio” è il titolo scelto sulla foto delle bozze dei ritratti di Obama e McCain per il museo delle cere di Madam Tussauts a Londra. Seguono  pagine di commenti e interviste a: Amiri Baraka, poeta radicale nero, Charles Burnet, regista nero e a Rebecc Solnit, studiosa americana autrice di “Hope in the Dark”.

Politica

RepubblicaPer la politica interna, due chicche a confronto (siamo a pagina 17). Nel Pd processo alla Binetti: “Binetti, duemila sì all’esplusione e nel Pd il mondo gay si divide”: lei aveva detto (più o meno) che gli omosessuali più facilmente diventano pedofili e nel partito c’è stata la rivolta… (in realtà la Binetti «commentava una decisione della Chiesa»  spiega Bobba e cioè quella di non fare preti i gay). In appoggio per così dire incrociato Carmelo Lopapa: “«Ora basta con la mignottocrazia» Guzzanti attacca, Carfagna lo querela”. Botta e risposta fra l’onorevole e la ministra: lui nel suo blog la definisce «calendarista delle pari opportunità» e cita testimoni oculari dei “meriti” di Mara… Lei ovviamente si arrabbia.

Crisi economica

Il Sole 24 Ore – Per il Sole la crisi dell’auto è da prima pagina: calo del 19% nelle vendite in Italia, del 7% in Francia e del 40% (!!!) in Spagna. Quindi impianti chiusi, stop di alcune settimane (si parte da Mirafiori, per 15 giorni), cassa integrazione e altre misure per cercare di tamponare la crisi. I maggiori problemi ovviamente a Torino, dove si temono pesanti ripercussioni per l’indotto, in cui lavorano 100mila persone. La Bertone ha annunciato 1200 esuberi, 700 la Michelin e così via. In attesa dello sciopero dei metalmeccanici proclamato per il 12 dicembre.  

Il manifesto – “Adesso è pure ufficiale, l’Italia è in recessione. Più disoccupati per tutti” è il richiamo in prima ai problemi economici cui sono dedicati diversi servizi a pag 8. L’articolo di apertura di Alberto d’Argenzio “Europa in recessione” osserva «Niente giri di parole, le cifre parlano chiaro: l’Eurozona è entrata in “recessione tecnica”. Lo certifica il commissario all’economia Joaquin Almunia presentando le previsioni d’autunno (…) E con il Pil che si impianta diventa tutto più difficile, se non impossibile, a partire dal mantenere il livello di occupazione per finire con il tenere sotto controllo i conti pubblici». 

Kivu
Corriere della Sera – Mistero sui profughi. L’inviato Massimo Alberizzi racconta della sorpresa  del primo convoglio di aiuti umanitari che scortati dai caschi blu ieri mattina hanno raggiunto Rutchuru una settantina di chilometri a nord della capitale del Kivu Goma e l’hanno trovato praticamente vuoto, anche se lì prima dei combatitmenti c’erano almeno 50mila persone. 

Criminalità

Repubblica R2: focus su minori e criminalità. “Io scugnizzo sotto il fuoco della camorra”. Giuseppe D’Avanzo raccoglie le voci dei ragazzi che hanno subito l’attacco dell’altro ieri. «Non so perché ci hanno sparato: se che non ci hanno uccisi perché non volevano farlo»; «Mi sono buttato a terra, l’avevo visto così tante volte in tv che sapevo già cosa fare e come». La conclusione di D’Avanzo è però molto sconfortante: «Non c’è nulla di più noioso  e inconcludente che parlare con questi “ragazzini” di Napoli. Avessero avuto anche la peggiore  o la più soddisfacente delle esperienze, non ne conservano traccia, non sono in grado di afferrarla. Sono senza vita, senza sangue, senza cuore. Non hanno un’idea di sé stessi, non hanno le parole per raccontarli, anche a se stessi»…

Free press

Il Giornale – A Milano arriva Al Jarida, il primo giornale italo-arabo”. Il quotidiano milanese traduce il nome della testata “Al jarida” con l’espressione “Il Giornale”  in realtà la traduzione corretta è  “La rivista “. Il giornale che esce ogni mese sarà distribuito  nelle scuole d’italiano per stranieri e nelle moschee di via Quaranta e di via Padova.  Temi: cultura, politica, analisi del territorio. A cura di Mediterranea Onlus – c’è un virgolettato senza nome – con il contributo – ma non si dice quale – della Provincia di Milano.

 

 


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