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Scuola: lo Stato italiano spende poco

Il dato è stato riferito dal consigliere della Corte dei Conti Angelo Buscema

di Gabriella Meroni

Rispetto alla media europea, lo Stato spende poco per l’istruzione. L’incremento rispetto agli anni passati è scarsamente rilevante. In un’ipotetica classifica europea relativa agli investimenti per l’istruzione, l’Italia si trova in una posizione medio-bassa. Il dato è stato riferito dal consigliere della Corte dei Conti Angelo Buscema, il quale ha presentato il rapporto 2000 sulla spesa per l’istruzione al Salone “Job 2001-scuola, orientamento, formazione” in corso alla Fiera di Verona. Riguardo alla spesa per singolo alunno, l’Italia si pone è nella media europea, mentre per quanto si riferisce all’istruzione terziaria, la spesa media per allievo è superiore solo a quella della Grecia e della Spagna. Un bilancio complessivo sicuramente deludente. Le amministrazioni regionali stanno progressivamente aumentando la percentuale di spesa destinata a istruzione e cultura, ma c’è ancora molta strada da compiere. Nel 1999 la spesa pubblica per l’istruzione scolastica ha sfiorato i 75mila miliardi. Lo Stato ha contribuito al budget per il 76% (58.029 miliardi), le Regioni per il 2,3% (1.750 miliardi) e gli altri enti locali per il 20% (15.016 miliardi).


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