Formazione

Scuola, l’importanza dei tutor per gli alunni più fragili

“Arcipelago Educativo” è un progetto che nei mesi estivi promuove percorsi personalizzati per ogni minore attraverso il gioco con l’obiettivo di contrastare la dispersione scolastica e stimolare i livelli di apprendimento. Ed un ruolo centrale è quello dei tutor e degli educatori

di Emiliano Moccia

«Mi sto preparando a fare nuove amicizie, così quando vado alla scuola media sono già pronto. Non mi scoccia andare a scuola anche in estate, perché facciamo tante attività, studiamo, ma non come facciamo in inverno: con i giochi. E poi ci divertiamo». Marco frequenta l’I.C. Scopelliti – Green di Rosarno. Questa estate ha partecipato ad “Arcipelago Educativo”, il progetto co-progettato e co-finanziato da Save the Children insieme a Fondazione Agnelli che trasforma i mesi estivi in opportunità educative e formative attraverso il gioco per contrastare la povertà educativa. Scoprire, imparare, giocare. Per Marco e gli oltre 570 bambine, bambini e adolescenti tra i 9 e i 14 anni, che frequentano 38 scuole delle città di Torino, Milano, Venezia-Marghera, Aprilia (LT), Ancona, Napoli, Rosarno (RC), Bari e Palermo, il periodo di vacanza è stato dedicato al sostegno e al recupero didattico. Perché alla base dell’azione di “Arcipelago Educativo”, «ci sono gli interventi di apprendimento personalizzati per ogni minore coinvolto, grazie al lavoro delle scuole che individuano i bambini tenendo conto di alcuni fattori, come il numero di assenze nell’anno scolastico e la povertà educativa, economica e relazionale» dice Alessia Romeo, coordinatrice nazionale dell’iniziativa nato tre anni fa dopo il primo lockdown causato dal Covid a cui sono seguiti numerosi casi da Learning Loss.

La scuola, dunque, non può essere lasciata sola a giocare la partita per prevenire e contrastare la dispersione scolastica e per incentivare i ragazzi e le ragazze a tornare a settembre nelle loro classi. Tra i progetti che VITA, nel magazine di settembre dedicato alla scuola, inserisce tra le buone pratiche dei percorsi personalizzati ed il ruolo dei tutor, c’è sicuramente il progetto che ha dato a Marco, Antonio, Giulia e a tanti bambini come loro, la possibilità di essere seguiti da vicino e di veder calibrati degli interventi didattici in base alle proprie esigenze. Perché modelli di didattica innovativa sperimentate con successo nei territori italiani raccontano che la personalizzazione degli apprendimenti per ogni singolo alunno, attraverso tutor online o in presenza, diventano strumenti efficaci per prevenire e contrastare la dispersione scolastica e sostenere la crescita formativa. Come nel caso di “Arcipelago Educativo”. «La perdita di apprendimenti generata da prolungati periodi di chiusura delle scuole è un grave rischio per i bambini e le bambine che provengono da contesti socio-economici più fragili, maggiormente esposti al rischio di povertà educativa e dispersione scolastica e che durante l’estate non hanno possibilità di andare in vacanza o di vivere esperienze particolari. La nostra iniziativa si inserisce per stimolare le loro conoscenze, i livelli di apprendimento».

Per sviluppare il progetto nelle città coinvolte, Save the Children e Fondazione Agnelli operano in stretta sinergia con le associazioni partner locali. Cento ore di sostegno per ciascun ragazzino, suddivise tra tutoraggio personalizzato sui bisogni educativi e uscite nei territori. Ed un ruolo di primo piano in questo patto educativo lo hanno avuto i tutor e gli educatori, la cui figura è stata cruciale: «Lavorare in gruppi di due o tre bambini ha permesso ai tutor di concentrarsi sulle fragilità e le caratteristiche dei singoli. Avere qualcuno accanto ogni giorno, che ti segue direttamente negli aspetti della crescita e delle motivazioni, per questi ragazzi fa la differenza perché così riescono a mettere in luce delle potenzialità che spesso, diversamente, non riescono a manifestare. La relazione tra pari diventa un modello importante per generare un buon clima educativo» evidenzia Romeo. «Le scuole sostengono il progetto, segnalando studenti e studentesse con maggiore difficoltà, e definiscono con gli educatori i piani di apprendimento individuali in funzione del rientro a scuola a settembre».

E così, grazie agli sport di squadra i giovani partecipanti sviluppano abilità matematiche, studiano la storia attraverso la toponomastica del proprio quartiere, organizzano un safari urbano alla ricerca della flora e della fauna cittadine, fanno escursioni per conoscere le bellezze del territorio e della natura. «Il buon andamento del progetto è dimostrato anche dai risultati: i minori acquisiscono migliori competenze e non registrano perdita di apprendimento al loro rientro tra i banchi» conclude Romeo.

Nel magazine di VITA di settembre abbiamo raccontato alcuni progetti più innovativi in ambito scolastico, che puntano a riportare i ragazzi a scuola, abbattendo le forme di povertà educativa alimentate anche dalla pandemia. Un grande affresco che conta oltre cinquanta esperienze, articolate in scuole della seconda opportunità, sport e arti, un nuovo orientamento, i patti territoriali, la motivazione e la partecipazione dei ragazzi, il lavoro con la famiglia, l’attenzione alle fragilità. Sull'importanza e l'efficacia della personalizzazione dei percorsi ed il ruolo dei tutor nel patto educativo, abbiamo raccontato anche l’esperienza del progetto “Arcipelago Educativo” co-progettato e co-finanziato da Save the Children insieme a Fondazione Agnelli.
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