Famiglia

Scuola: libri cari, denunciano giovani di Forza Italia

La denuncia che, dati alla mano, contesta le cifre fornite dagli editori e' di Simone Paini, responsabile scuola dei giovani di Forza Italia e presidente di Alternativa studentesca

di Paolo Manzo

Aumenti sino al 12% dei prezzi dei libri di testo adottati nelle scuole italiane. In barba al decreto ministeriale, che fissa un tetto di spesa per l’acquisto dei ‘sussidi didattici’ da parte delle famiglie, molti dei volumi adottati in diverse province italiane hanno subito rincari notevolmente superiori al tasso di inflazione. La denuncia che, dati alla mano, contesta le cifre fornite dagli editori e’ di Simone Paini, responsabile scuola dei giovani di Forza Italia e presidente di Alternativa studentesca. ”Per i licei Classici -denuncia all’Adnkronos – la spesa media e’ di 372 euro, escludendo i vocabolari, con i quali la spesa arriva ad oltre 500 euro, con un aumento, rispetto allo scorso anno del 7,8%. Per i licei scientifici la spesa media e’ di 357 euro, con il vocabolario di latino si arriva a 450 euro, con un aumento medio del 12,1%. Non va meglio nei licei Socio-psico-pedagogici dove la spesa e’ di 341 euro con un aumento dell’8%. Per l’Istituto Tecnico Agrario la spesa e’ di 296 per un aumento medio del 8,6%. ”Per gli Istituti Tecnici Industriali -prosegue Paini- la spesa media e’ stata di 273 euro, con un aumento del 6,8% rispetto allo scorso anno. Mentre per i Licei linguistici la spesa media e’ stata di 336 euro con un aumento del 10% rispetto allo scorso anno. I dati -spiega Paini- sono stati rilevati nelle stesse scuole monitorate lo scorso anno su classi omogenee in base alle reali adozioni e non sull’ elenco dei testi disponibili. Gli editori, infatti, hanno monitorato il 10% dei testi esistenti senza tenere conto delle adozioni realmente effettuate dai docenti”. ”Inoltre -aggiunge il responsabile scuola dei giovani di Forza Italia- assistiamo, per il secondo anno consecutivo, ad opere di ‘ingegneria ragionieristica’ arrivando all’elenco creativo, ovvero, si limano i prezzi dei vari testi scolastici per evitare che il monitoraggio che il ministero attiva ogni anno non rilevi lo sforamento del tetto massimo stabilito: alcuni libri, infatti, negli elenchi ufficiali forniti dalle scuole, inviati anche al ministero, risultano avere prezzi diversi tra sezione e sezione della medesima scuola e in altri casi risultano a costo zero, comunque diversi da quelli che si ritrovano poi nelle librerie. Ci chiediamo dunque se in questo comportamento si possa individuare un ipotesi di reato da parte di coloro che avallano tali elenchi. ”Dal monitoraggio, svolto in 126 scuole superiori a Cagliari, Palermo, Napoli, Roma, Milano, Torino, Verona, Bari, Venezia e Udine, emerge poi che la citta’ in cui si sono verificati i maggiori aumenti e’ Cagliari con il 15%, seguita da Milano con l’11,8%, Roma con l’11,5%. La citta’ in cui gli aumenti si sono rivelati piu’ contenuti e’, invece, Napoli con il 4,8%. Alternativa Studentesca e Azione Studentesca -conclude Paini- hanno richiesto la convocazione urgente del Forum delle Associazioni studentesche al ministro Moratti per presentare i dati e chiedere quali provvedimenti il ministero voglia assumere, oltre a quelli gia’ individuati, per calmierare il costo dei libri di testo”.


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