Formazione

SCUOLA. Le associazioni che dicono “No alla mobilitazione”

Riceviamo e pubblichiamo

di Redazione

«Le associazioni Diesse, Foe, Disal, associazione culturale “il rischio educativo” hanno elaborato un documento congiunto, presente oggi su ilsussidiario.net, quotidiano online della fondazione per la sussidiarietà. si tratta di persone e realtà direttamente e quotidianamente impegnate nel mondo della scuola e dell’educazione, che non aderiranno allo sciopero. ci sono docenti, presidi, studenti che non sono d’accordo, che non pensano che ci sia qualcuno che sta uccidendo la scuola. Che anzi pensano che la scuola la uccida chi vuole lasciare tutto com’è, chi vuol continuare a coltivare la propria rendita di posizione o il proprio potere, messo a rischio da un reale cambiamento dello status quo.

Ecco i punti salienti del documento:
 
il sistema scolastico italiano ha, da tempo, urgente bisogno di essere riformato: siamo ai primi posti, tra i paesi dell’ocse, come spesa per l’istruzione ma ciò non incide sulla qualità. il numero di ore di lezione degli alunni  supera del 20% la media dei paesi ocse, ma ai primi posti per la qualità dell’apprendimento vi sono paesi dove si sta a scuola molto meno. per questo chiediamo anche all’attuale governo, come sempre abbiamo fatto, di abbandonare una politica centralistica, perseguita con l’accanimento delle normative, che pretendono di determinare ogni singolo aspetto della vita scolastica.
per rispondere alla emergenza educativa è indispensabile tenere conto della domanda di istruzione e di educazione che proviene dai giovani di oggi, e completare il percorso verso un assetto pienamente libero e pluralistico. per questo è prioritario dare attuazione all’autonomia costituzionale prevista per le scuole, assicurando alle stesse veri organi di governo e risorse dirette. gli altri cambiamenti verranno come diretta conseguenza: drastica riduzione di norme; livelli essenziali di apprendimento; carriere per i professionisti della scuola con effettivo riconoscimento del merito e delle prestazioni; dirigenza scolastica messa in grado di rispondere dei risultati; moderno sistema di valutazione che aiuti le scuole a migliorare.
una prospettiva di così ampio respiro necessita di tempi lunghi e non può essere assicurata da una singola fase di revisione degli ordinamenti o della normativa in uso. occorre piuttosto un impegno costante per il bene comune da parte di tutte le forze sociali e politiche autenticamente riformiste. per questo è necessario che anche i sindacati, anziché condurre battaglie di retroguardia dannose per tutti, tornino ad impegnarsi per il bene comune. gli slogan lanciati in questi giorni e irresponsabilmente depositati sulle bocche degli studenti spinti in piazza a manifestare contro chi oggi è chiamato a governare, appaiono invece strumentali e ridicoli, tanto più perché gridati in difesa di una scuola italiana di cui tutti, in questi anni, si sono lamentati. 
le misure prese dall’attuale governo in realtà, non si scostano, nei principi ed in molte proposte, da quelle suggerite dal quaderno bianco dei ministri padoa-schioppa e fioroni, nella prospettiva del vincolo di pareggio entro il 2011 richiesto all’italia dall’unione europea. la razionalizzazione di spesa all’interno di un sistema tanto elefantiaco quanto improduttivo è urgente e indispensabile. i provvedimenti approvati a favore di interventi per l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli istituti ne costituiscono un primo significativo segnale.
non aderiamo allo sciopero del 30 ottobre perché non ne condividiamo le motivazioni. non possiamo accettare le posizioni corporative di un certo sindacalismo che, guidato in particolare dalla cgil, continua ad opporsi, per ragioni di mero potere, a qualsiasi serio tentativo di cambiamento del sistema di istruzione nazionale. l’istruzione è un bene di tutti: per questo è indispensabile che ogni seria riforma si costruisca attraverso il dialogo con le componenti reali della scuola che si esprimono anche nelle loro forme associative».


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