Formazione

Scuola: la Finlandia non abolisce le materie di studio, le rafforza

La scuola finlandese si prepara alla riforma, ma non ci sarà nessuna "abolizione delle materie", come scritto dai giornali. "Stiamo calmi", ammonisce Pasi Sahlberg, il maggior esperto finlandese di educazione. Bisogna capire come funziona la scuola in Finlandia, prima di avanzare ipotesi fantasiose a mezzo stampa

di Marco Dotti

Era circolata, nei giorni scorsi, una notizia che, frettolosamente, annunciava: "in Finladia verranno abolite le  materie". Ci siamo abituati. Non solo agli errori di traduzione, ma a quello che oramai si configura come un vero e proprio gap interculturale tra "noi" (gli italiani) e il resto del mondo che vorremmo osservare e finiamo, invece, per ridurre a macchietta.

Ci avevano raccontato – dovendo poi smentire – che in Finlandia avevano abolito la scrittura, a favore del tablet (a titolo di esempio, cito questo articolo apparso su Wired). Falso.

Falsa è anche l'ultima boutade, quella della "abolizione delle materie" (qui cito La Stampa, del 21 marzo scorso).  Se la fonte del primo errore, quello del corsivo, era una notizia data dalla BBC, la fonte di quest'ultima boutade è l'autorevole "The Indipendent" che, invero, ha parlato di un progetto locale, limitato alla sola Helsinki e non proprio legato – a legger bene il pezzo – all'abolizione delle materie (qui leggete come tratta la faccenda Il Corriere della Sera).

Il problema interculturale, poi, è tutto nella definizione di "materia" scolastica in Finlandia e in Italia (su questo tema mi riservo di intervenire più approfonditamente in un prossimo articolo).

"Stay calm" ha ammonito subito Pasi Sahlberg, uno dei massimi esperti finlandesi di scuola e educazione. Sahlberg ha ricordato che la riforma del sistema scolastico finlandese ci sarà, ma continueranno a esserci materie come la matematica, la storia, l'arte e via dicendo. A queste si affiancheranno altre materie come la storia dell'Unione Europa, lezioni sul cambiamento climatico e via discorrendo.

Insomma, il discorso è un po' più semplice e, al tempo stesso, un po' più complesso di come, per il consueto effetto domino, l'ha trasformato il rimpallo giornalistico.

Fra i tratti caratteristici del sistema finlandese che vengono sottolineati da Sahlberg, segnaliamo quello che attiene la governance dell'istruzione. 

La governance dell'istruzione in Finlandia prevede un sistema decentrato. I 320 comuni del Paese dei mille laghi hanno molta libertà organizzativa (e, di fatti, nell'articolo di The Indipendent si parla del sistema scolastico di Helsinki, ma poi si passa dal locale al globale ed è lì, come direbbe Shakespeare, che sta l'inghippo). Il governo centrale legifera e offre un quadro entro il quale questa autonomia si deve inscrivere.

Nel 2016, tutte le scuole di base dovranno prevedere un periodo di insegnamenti multidisciplinari. La durata di questo periodo verrà decisa dalle singole scuole, con il coinvolgimento degli stessi studenti. Ma niente "abolizione delle materie", semmai un loro arricchimento. Citando ancora il Bardo: "Much ado about nothing", tanto rumore per nulla.

 

@oilforbook

 

 

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