Formazione
Scuola in ospedale e Abf Digital Lab, tra inclusione e bellezza
È stato dedicato al confronto sull’innovazione didattica nelle pediatrie il workshop di formazione organizzato da Andrea Bocelli Foundation nella sua sede fiorentina. Ad aprire il lavori il fondatore Andrea Bocelli per il quale la presenza delle istituzioni all'incontro è «segno che la Fondazione ha fatto grandi passi, ha acquisito credibilità e lo ha fatto attraverso i fatti»
“Break The Barriers”, abbattere le barriere fisiche, mentali, psicologiche ma anche tecnologiche. Erano queste le parole che apparivano sul grande schermo del Complesso di San Firenze dove si è tenuto il workshop di Abf – Andrea Bocelli Foundation dedicato all’Abf Digital Lab, il progetto ideato dalla fondazione con il patrocinio di Aopi (l’associazione degli ospedali pediatrici) e al centro di un protocollo d’intesa con il ministero dell’Istruzione. Nel corso della giornata di lavoro sono stati presentati i primi risultati dei progetti digitali attivati nel corso dello scorso anno nei reparti pediatrici del Gaslini di Genova e del Salesi di Ancona che per primi hanno potuto sperimentare le nuove metodologie nelle Scuole in Ospedale. Da quest’anno la rete si è ampliata con l’attivazione dei Digital Labs in altre tre strutture ospedaliere: l’Irccs materno infantile Burlo Garofalo di Trieste, l’Aorn Santobono-Pausilipon di Napoli e l’ospedale pediatrico Meyer di Firenze.
Una giornata intensa che nel pomeriggio ha visto protagoniste le sei insegnanti, dalla scuola dell’infanzia alle medie e le due atelieriste di supporto fornite da Abf, che hanno sperimentato i progetti digitali della Scuola in Ospedale ad Ancona e Genova. Nelle loro parole e nelle immagini proiettate si sono potute apprezzare le attività svolte con i bambini ricoverati, ma anche conoscere le metodologie e gli strumenti a disposizione dai tablet, ai computer ai programmi per rendere “inclusiva” l’esperienza fatta. Le tecnologie, infatti, hanno favorito il collegamento con le scuole di provenienza dei piccoli studenti in cura nei reparti. Attività che, hanno testimoniato le maestre, sono state apprezzate dai bambini. «Maestra non pensavo che questa fosse una scuola, ma solo un ospedale», ha confidato una piccola ricoverata, mentre un altro bambino aveva chiesto all’insegnante di «non fare nulla di meno dei miei compagni di classe».
In Italia i dati pre-Covid certificavano oltre 70mila studenti cosiddetti “ospedalieri”. Si sale a un milione se si guarda ai bambini cronici, affetti da patologie complesse. È a tutti loro che il progetto desidera arrivare favorendo l’inclusione e l’empowerment dei bambini malati e che, ricoverati o in day hospital, frequentano la scuola all’interno della struttura di cura. Negli ospedali, Abf attraverso il progetto Digital Lab contribuisce a creare e mantenere le condizioni che rendano le nuove tecnologie per l’educazione strumenti a sostegno, integrazione e arricchimento dei processi di relazione, conoscenza e apprendimento.
Abf, nell’attuazione del percorso educativo, si avvale di 3 elementi chiave: il Teachbus, una biblioteca di devices in grado di garantire agli studenti coinvolti le condizioni per mantenere le relazioni con i propri compagni, gli insegnanti e gli atelieristi (nell'immagine il TeachBus con da sx Zanobini, Funaro e Andrea Bocelli); la piattaforma online ABF Educational che (in un sito chiuso) mette in rete una ricca selezione di strumenti educativi; l’Atelierista Digitale, un bibliotecario 4.0 specializzato nell’impiego delle nuove tecnologie per l’educazione che promuove nuove e trasversali prospettive di utilizzo degli strumenti tecnologici, supportando insegnanti e famiglie nel migliore utilizzo di questi dispositivi.
«Oltre al progetto digitale che nel 2022 sarà implementato in altri sei ospedali pediatrici», ha annunciato Laura Biancalani Dg di Abf «la fondazione realizzerà anche ambienti curati ed accoglienti dove gli studenti potranno acquisire nuove conoscenze e competenze in contesti di interazione, stimolati all’apprendimento anche da un’offerta didattica potenziata ed integrata con attività come arte, musica, linguaggio digitale e lingue straniere».
Da sx: Antonio Restivo dell'ufficio scolastico regionale della Toscana; Laura Biancalani, Veronica Berti e Serafino Carli di Abf
E i contesti, gli ambienti si ispirano a quanto già fatto nelle scuole ricostruite nel cratere del sisma 2016 (vedi articolo) dove a guidare è la bellezza.
La giornata di studio si era aperta nella mattinata con i saluti istituzionali dall’assessore Funaro del comune di Firenze, a Gianni Rezza Dg Prevenzione del ministero della Salute. A portare i saluti delle pediatrie il presidente dell’Aopi, Alberto Zanobini del Meyer di Firenze che ha detto di essere «testimone di come Abf stia aiutando tanti ospedali e tanti bambini, sono già in atto esperienze molto significative non solo al Meyer di Firenze, ma anche al Gaslini di Genova e al Salesi di Ancona, a Trieste e a Napoli, e sono tutte realtà che stanno vivendo la bellissima progettualità della scuola in ospedale proposta da Abf». Zanobini ha poi aggiunto che la sua gratitudine all’opera della Fondazione nasce dal fatto che: «in questo modo si applicano appieno due diritti dei bambini: il diritto allo studio e il diritto alla salute», dal momento che «la scuola, l’apprendimento e tutto ciò che è impiego di risorse intellettuali ed emotive nei bambini sono parte integrante della cura, sono un “farmaco” e insieme alle altre terapie aiutano la resilienza del bambino».
Andrea Bocelli, fondatore dell’Abf, ha sottolineato come «La partecipazione delle istituzioni al workshop di oggi mi fa capire che la Fondazione ha fatto grandi passi, ha acquistato credibilità e lo ha fatto attraverso i fatti, e la ricostruzione delle scuole è l’esempio calzante. Abbiamo attraversato un periodo complesso dal quale stiamo lentamente uscendo, oggi lavoriamo per dare opportunità ai bambini che si trovano in difficili condizioni di salute. Offrire loro l’accesso ad una istruzione di qualità significa offrire loro l’occasione di poter fronteggiare la vita alla pari degli altri, mi sembra un gesto nobile che dovrebbe essere alla base di ogni società che voglia avere speranza nel futuro» ha continuato. «Ho fatto qualche esperienza, sono andato a visitare e portare musica negli ospedali e penso che sia una cosa che potrebbe essere ripetuta. È sempre un’esperienza molto toccante perché l’arte in questi luoghi conduce alla vita», il maestro Bocelli ha richiamato l’esperienza del bello citando una frase di Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”.
Al maestro Bocelli (nella foto, durante l'intervista) abbiamo chiesto come coniuga le nuove tecnologie, cuore dei progetti presentati, e la bellezza. «Io personalmente sono innamorato della tecnologia. Per me ogni nuovo computer è sempre una meraviglia perché offre possibilità immense e incommensurabili a ciascuno di noi. Poi come tutte le cose può essere usato bene o male. Io credo che la tecnologia sia uno strumento fantastico, ma è uno strumento e dobbiamo essere consapevoli che come una lama può diventare un pugnale che uccide o un bisturi che guarisce. Sta a noi».
E parlando del progetto di Abf nelle pediatrie le giudica «una cosa meravigliosa perché a renderà più veloce la guarigione. A mio modesto parere un conto è stare fermi in un letto con il cervello in off e un conto è invece rimanere in contatto con il mondo stimolando tutte le nostre sinapsi. C’è poi la qualità della vita perché un bambino che riesce a rimanere in contatto con il mondo si sente più felice e terzo ne beneficia la società perché gli studenti di oggi sia che si trovino in classe sia che si trovino in ospedale saranno in qualche caso le eccellenze di domani».
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