Formazione

Scuola, gli studenti con cittadinanza non italiana raggiungono il 9,7%

Le scuole italiane hanno accolto, nell’anno scolastico 2017/2018, 8.664.000 studenti, di cui circa 842.000 con cittadinanza non italiana pari al 9,7% della popolazione studentesca complessiva. Sul totale degli studenti con cittadinanza non italiana, la percentuale dei nati in Italia è pari al 63,1%

di Redazione

Quanti sono gli studenti con cittadinanza non italiana delle scuole di ogni ordine e grado? Il Miur pubblica un approfondimento con i dati riferiti all’anno scolastico 2017/2018. Complessivamente le scuole italiane hanno accolto 8.664.000 studenti, di cui circa 842.000 con cittadinanza non italiana pari al 9,7% della popolazione studentesca (erano il 9,4% nel 2016/2017).

Rispetto al precedente anno scolastico 2016/2017 la popolazione scolastica è calata complessivamente di oltre 77 mila unità, pari allo 0,9%. Gli studenti con cittadinanza italiana hanno registrato una flessione di 93 mila unità (-1,2%) a fronte di una crescita di quasi 16 mila studenti con cittadinanza non italiana (+1,9%).

Sul totale degli studenti con cittadinanza non italiana, la percentuale dei nati in Italia è pari al 63,1%. I Paesi maggiormente rappresentati sono Romania (18,8%), Albania (13,6%), Marocco (12,3%) e Cina (6,3%).

Il dato nazionale del 9,7% di alunni di origine migratoria riassume una distribuzione territoriale tutt’altro che omogenea. La Lombardia è la Regione con il più alto numero di studenti con cittadinanza non italiana (213.153), circa un quarto del totale presente in Italia (25,3%). Le altre Regioni con il maggior numero di studenti stranieri sono Emilia Romagna, Veneto, Lazio e Piemonte che ne assorbono una quota compresa all’incirca tra il 9% e il 12%.

La presenza degli studenti con cittadinanza non italiana nelle diverse regioni incide, però, in misura diversa quando si studia il fenomeno in rapporto alla popolazione scolastica locale e alle sue dinamiche di crescita e/o diminuzione. Da questo punto di vista la regione in cui gli studenti con cittadinanza non italiana più incidono nel contesto scolastico locale è l’Emilia Romagna dove oltre il 16% degli studenti non ha la cittadinanza italiana. Segue la Lombardia con il 15,1%, al terzo e al quarto posto si collocano la Toscana (13,8%) e l’Umbria (13,7%) seguite dal Veneto (13,3%) e Piemonte (13,2%). In pratica per ogni 5 studenti italiani uno è straniero.

Nell’ambito delle regioni meridionali l’incidenza degli studenti con cittadinanza non italiana è ovunque inferiore alla media nazionale del 9,7%. In particolare in Abruzzo gli studenti con cittadinanza non italiana incidono per il 7,4%, benché la regione accolga un numero modesto di studenti (1,6%) mentre in Campania l’esiguo numero di studenti con cittadinanza non italiana in rapporto alla ragguardevole consistenza della popolazione scolastica regionale fa sì che la loro incidenza non superi il 2,6%.

La costante crescita degli studenti nati in Italia da genitori emigrati nel nostro paese caratterizza significativamente l’evolversi della presenza degli studenti con background migratorio.

Nel quinquennio 2013/2014 – 2017/2018 questo gruppo di studenti è passato da circa 415 mila unità a 531 mila con un incremento di quasi 116 mila unità (+28% circa). Nell’ultimo anno la crescita è stata di oltre 28 mila unità (+5,7%). Sul totale degli studenti con cittadinanza non italiana la quota dei nati in Italia supera il 63%, mentre in rapporto al totale degli studenti rappresenta il 6,1 % (era 4,7% nel 2013/2014).

Nei diversi ordini di scuola, la proporzione dei nati in Italia sul totale degli studenti stranieri è dell’84,4% nella scuola dell'infanzia, del 75,2% nella primaria e raggiunge il 56,7% nella scuola secondaria di primo grado. Nella scuola secondaria di secondo grado gli studenti con cittadinanza non italiana nati in Italia sono ancora una minoranza (31,8%). Considerando la dinamica delle iscrizioni è tuttavia facilmente prevedibile che nel giro di qualche anno raggiungeranno la maggioranza anche in questo grado di istruzione.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.