Leggi
Scuola: ecco la riforma Moratti
Così il Comunicato di Palazzo Chigi ne illustra le linee guida
di Redazione
Previa relazione del Ministro dell’Istruzione, Moratti, il Consiglio ha approvato in prima lettura un disegno di legge che, in coerenza con i principi della Costituzione, ridisegna il sistema educativo nazionale dell’istruzione e della formazione professionale, definendo le norme generali sull’istruzione e i livelli essenziali delle prestazioni in materia di istruzione e di formazione professionale. Il disegno di legge modifica significativamente la legge n.30 del 2000 sui cicli scolastici, prevedendo, in particolare, nel rispetto delle competenze attribuite allo Stato e alle
Regioni e dell’autonomia delle istituzioni scolastiche:
– l’articolazione del sistema educativo in: scuola dell’infanzia; primo ciclo, che comprende la scuola primaria di durata quinquennale e la scuola secondaria di secondo grado di durata triennale; secondo ciclo, che comprende i licei, di durata quinquennale, e i percorsi dell’istruzione
e formazione professionale, la cui durata dovra’ essere definita dalle Regioni;
– l’innalzamento del diritto-dovere di istruzione e di formazione a dodici anni complessivi, ovvero al conseguimento di una qualifica professionale;
– la flessibilità nell’iscrizione alla prima classe della scuola dell’infanzia o alla scuola primaria, consentita anche ai bambini che compiono i tre anni di eta’, ovvero i sei, entro il 30 aprile dell’anno scolastico;
– la flessibilita’ complessiva dell’intero sistema educativo, attuata attraverso modalita’ e garanzie per assicurare i passaggi in ogni momento tra il sistema dell’istruzione e quello della formazione professionale. Il provvedimento sara’ trasmesso al parere della Conferenza unificata.
Nessuno ti regala niente, noi sì
Hai letto questo articolo liberamente, senza essere bloccato dopo le prime righe. Ti è piaciuto? L’hai trovato interessante e utile? Gli articoli online di VITA sono in larga parte accessibili gratuitamente. Ci teniamo sia così per sempre, perché l’informazione è un diritto di tutti. E possiamo farlo grazie al supporto di chi si abbona.