Volontariato

Scuola e sostegno: niente tagli, solo ritardi

Così il sottosegretario Bastico. Che promette nuove nomine entro una settimana

di Redazione

Dopo la denuncia di associazioni e familiari di disabili, nonché dei sindacati della scuola, preoccupati per un buco di 12mila docenti di sostegno, il viceministro all’Istruzione Mariangela Bastico chiarisce: “Non sono tagli, sono solo ritardi nelle nomine”. E assicura: ”Nessuno studente disabile rimarrà senza insegnante di sostegno”.

“Che manchino 12.000 insegnanti di sostegno é una cifra senza nessun fondamento. Può esserci stato semmai un ritardo, assolutamente negativo, come a Roma, nella nomina delle supplenze annuali, tra queste ci sono anche quelle degli insegnanti di sostegno”. Mariangela Bastico, viceministro della Pubblica istruzione, getta acqua sull’allarme scattato con l’inizio dell’anno scolastico per l’assenza troppo consistente di docenti di sostegno da parte dei genitori di ragazzi disabili. “Stiamo poi rivalutando le nomine e i docenti che mancano – se mancano – saranno aggiunti. Se – sottolinea Bastico – si sono aggiunti nuovi ragazzi disabili e quindi nuove richieste, gli insegnanti verranno concessi: nessun bambino disabile rimarrà senza sostegno, nella misura che è stata definita dalla certificazione, anche se questa è intervenuta dopo che la scuola è iniziata”.

Riguardo ai possibili ritardi delle nomine, il viceministro di viale Trastevere chiarisce “che, al massimo, nel giro di una settimana possano essere assegnate”. E si impegna ad “indicare agli uffici scolastici che venga data la priorità assoluta agli insegnanti di sostegno”.

Nega, quindi, Bastico, che ci siano stati tagli degli insegnanti di sostegno da parte del ministero. “Dove ci sono state riduzioni – sottolinea il viceministro -, parlo in particolare di Sicilia, Basilicata e Campania, è dovuto a due ragioni: la prima è che il numero dei ragazzi disabili è calato. In Campania c’erano oltre 800 ragazzi di meno. Cala la popolazione generale scolastica, e di conseguenza quella dei disabili”. L’altra ragione è il fatto che in alcune Regioni, come la Campania, “c’era un rapporto docenti di sostegno/disabili molto basso, da 1 a 1,3 all’1 a 1,6, mentre la media nazionale è di 1 a 2. Ci sono, inoltre, numerose regioni che superano il 2 a 2, 2/3, 2 a 4. Un po’ di equità ci vuole pure per il sostegno ai disabili”.

Non è possibile, conclude, “che in alcune realtà ci sia un docente per ogni disabile e in altre rapporti diversi: non è giusto. E’ chiaro che punteremo progressivamente ad un parametro medio nazionale”.

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